Se lo stanno chiedendo in molti, e lui per primo. Matteo Salvini ha commesso un errore a far cadere il governo Conte? Forse nemmeno lui aveva ipotizzato un accordo possibile tra Pd e Movimento 5 Stelle che lo avrebbe di fatto “fregato”. Il suo blitz teso a portare l’Italia alle elezioni anticipate sta riuscendo, ma solo in parte. Sancire unilateralmente la fine della maggioranza con il Movimento 5 Stelle potrebbe condurre quasi per forza di inerzia alle urne. Eppure l’esito è incerto.
D’altronde, lo strappo leghista costituisce una forzatura che ha fatto scivolare in secondo piano l’interesse nazionale, privilegiando solo i calcoli elettorali di un partito sicuro di avere il vento in poppa e di doverlo sfruttare subito. Il Carroccio sembra avere sottovalutato l’allarme che il suo diktat sta provocando, e non solo in Italia, per la forte componente estremistica e antieuropea che sprigiona.
Esistono impegni finanziari e scadenze di governo da rispettare, e vincoli che non possono essere scansati solo per permettere la “presa del potere” salviniana dai contorni di una guerra sulla pelle dell’Italia. Restituire lo scettro della crisi al Parlamento e al Quirinale è una via obbligata costituzionalmente. Vuoi vedere, quindi, che Salvini, da tutti dipinto come un genio della politica, stavolta l’ha fatta fuori dal vaso? Tre giorni dopo la genialata di buttar giù il governo in pieno agosto senza dimettersi da vicepremier e da ministro – né far dimettere i suoi – appare già un tantino incartato.
Da buon orecchiante improvvisatore, ha scoperto ora cosa vuol dire il fatto che l’Italia sia una Repubblica parlamentare, le cui regole e procedure non consentono le elezioni prima di fine ottobre (se va bene). Dunque il suo eventuale governo monocolore con bizzarri “pieni poteri” non potrebbe nascere prima di fine novembre-inizio dicembre.
Non avrebbe il tempo di varare e far approvare la legge di Bilancio. E partirebbe con una figuraccia mai vista, da Guinness dei primati: l’esercizio provvisorio col contorno di spread, speculazioni, infrazioni Ue ecc. Una rovina per l’Italia e per gli italiani. In più il barometro dei social, che per lui è legge, segnala fulmini e tempeste: insulti, critiche, pentimenti e sberleffi per il suo tradimento incoerente e incomprensibile.
Più tempo passa, più la sua fuga per la vittoria potrebbe incontrare intoppi. I trionfi, nella politica italiana, arrivano inattesi: quando sono troppo annunciati, si rivelano spesso cocenti delusioni. E Salvini se ne sta accorgendo ora. Ma ormai è troppo tardi per correre ai ripari.
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