Giornate di trattative serrate, quelle che vedono gli esponenti della maggioranza giallorossa andare alla ricerca di aiuti per puntellare un governo dai numeri preoccupanti. Tra i più attivi, in queste ore, c’è il leader di Centro democratico Bruno Tabacci, tra i principali promotori dei “costruttori”, che poco dopo le 14 si è recato a Palazzo Chigi, commentando di fronte ai cronisti: “La possibilità di rafforzare la maggioranza c’è ma serve un governo nuovo, non basta un piccolo rimpasto. Io penso che Conte sia l’unico punto di equilibrio di questa legislatura”.
Tra le personalità incontrate da Tabacci anche quella del ministro degli Esteri Di Maio: “Per concludere la crisi è necessario aprire a un ventaglio di forze più ampio. Renzi al Senato ha fatto un discorso di rottura ma credo che in Iv ci siano posizioni più concilianti. E poi c’è l’area dei liberal-democratici di FI”.
A muoversi freneticamente è anche il Pd, che continua la corte serrata agli esponenti di Italia Viva per convincerli a tornare sui propri passi. La posizione ufficiale del partito di Matteo Renzi è quella della ricerca di una “soluzione politica che abbia il respiro della legislatura”, ma le trattative proseguono. A complicare le cose, la “bomba” Udc, con la notizia del coinvolgimento dell’ormai ex segretario Udc Lorenzo Cesa in un’inchiesta per ‘ndrangheta proprio quando l’intesa con i giallorossi sembrava a un passo.
Il prossimo banco di prova per la tenuta del governo è la relazione sulla Giustizia del ministro Alfonso Bonafede, che verrà votata mercoledì 27 gennaio al Senato e contro cui Renzi potrebbe mettersi di traverso. Ma non sarebbe il solo, visto che il documento suscita perplessità anche in qualche “responsabile”, come Sandra Lonardo. Nel fine settimana, dunque, proseguiranno le grandi manovra, anche perché qualche segnale è arrivato anche dal centrodestra.
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