Migranti dalla Tunisia, salta il vertice europeo. Non ci sono impegni concreti in questo momento. Per arginare la crisi tunisina ed evitare il flusso migratorio di massa verso le coste italiane occorrono soldi che nessuno vuole spendere. L’Unione europea vuole costringere il presidente tunisino, Kais Sayed, ad accettare i parametri piuttosto stringenti per sbloccare il prestito di circa 2 miliardi. L’ipotesi è irrealizzabile, al momento. Così i ministri dell’Interno di Francia, Germania e Italia non andranno a Tunisi, dove è attesa la sola commissaria Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson. La quale potrà limitarsi a impegni verbali di massima sulla gestione dei migranti e questioni di sicurezza.
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Crisi dei migranti dalla Tunisia, perché è saltato il vertice europeo
È emergenza migranti dalla Tunisia, salta il vertice europeo annunciato un mese fa. I tre ministri dell’Interno, non avendo nulla di concreto da discutere, rinviano la missione. Il primo a tirarsi indietro è stato il ministro tedesco, allineato sulle posizioni di Bruxelles: niente garanzie accettate dal Fondo monetario, niente soldi. Anche Gerard Darmanin ha preferito rinviare. Il cerino in mano resta a Matteo Piantedosi, che deve ora spendersi perché le ragioni dell’Italia vengano ascoltate da quella parte dell’Europa verso la quale Roma non ha fatto alcuna concessione, a differenza di ciò che è accaduto con Budapest.
Lampedusa registra oltre 3.000 presenze nel centro di accoglienza, del quale il governo non riesce neanche a garantire lo svuotamento in tempo reale, uno stato di emergenza dichiarato e inspiegabilmente mai entrato in vigore, dispositivi di trasferimento mai approvati in trenta giorni.
Da Tunisi si guarda ormai ai tentativi europei di salvare il Paese con una buona dose d’impazienza. Per settimane si è creduto alle promesse del tandem Meloni-Tajani-Piantedosi, diventati una sorta di investment bankers a favore della Tunisia, ma alle promesse non sono seguiti i fatti.
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