Perdite Mps, Bankitalia sapeva tutto ma non fece nulla
Nuovi sviluppi sulla crisi Mps, provocata dalle gravi perdite di bilancio del Gruppo tenute nascoste. La Banca d’Italia sapeva tutto, ma a suo tempo non prese alcun provvedimento. Era a conoscenza del forte debito di 370 milioni di euro, dovuti dalla Monte dei Paschi di Siena alla Deutsche Bank per mezzo del derivato Santorini.
I dettagli sulla delicata vicenda sono stati svelati dall’agenzia finanziaria Bloomberg. Nel processo penale di Firenze sono coinvolti 16 imputati con l’accusa di falso in bilancio e manipolazione. Tra i grandi nomi figurano: l’ex AD Giuseppe Mussari, l’ex responsabile finanziario Gianluca Baldassarri, l’ex direttore Antonio Vinci, nonché i dirigenti della banca tedesca. Per il primo è stata chiesta una condanna a 7 anni, per gli altri a 6.
Secondo le rivelazioni di Bloomberg, l’allora dirigente di Bankitalia, Mario Draghi era informato sui fatti. Non era intervenuto solo perché – stando alla ricostruzione ufficiale dell’ente – dall’ispezione avviata sull’attivita del derivato Santorini non erano emerse sufficienti prove per segnalare il caso alle autorità o attivare sanzioni.
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Mps torna in Borsa, ma i guai continuano
Qualche giorno fa, quasi a un anno dallo scandalo, la Monte dei Paschi di Siena è tornata ad essere quotata in Borsa. La banca odierna ha un azionariato e una struttura patrimoniale completamente differenti al periodo precedente allo stop, dove un’azione valeva 15,08 euro.
Il Ministero dell’Economia, azionista di maggioranza, lo scorso agosto ha richiesto un aumento di capitale pari a 8,3 miliardi di euro per fronteggiare la crisi Mps. Lo Stato ha versato 7 euro per azione, mentre gli ex titolari di obbligazioni hanno una base di 8,65 euro. I primi a rimetterci sono gli ex azionisti, che hanno perso il 98% degli investimenti.
La Banca Centrale Europea, oggi presieduta da Mario Draghi (all’epoca Numero Uno di Bankitalia), ha stabilito che Mps ha un fabbisogno di capitale di 8,8 miliardi di euro, ma lo Stato verserà “solo” 5,4 miliardi. Nel report figurano i nomi di altri vertici della banca, quali Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, entrambi imputati anche in un’inchiesta milanese con l’accusa di avere ostacolato la vigilanza
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Oltre 100 debitori nella lista, dal calcio all’imprenditoria
La crisi Mps ha 100 nomi (per ora). È stata diffusa ufficialmente la lista provvisoria dei debitori principali, finora tenuta segreta, anche se i beninformati sapevano tutto. Il più importante è Sorgenia, che tocca il tetto del debito con 318,9 milioni di euro. In fondo alla black list c’è invece Plusvalore Spa, che deve 24 milioni di euro a Mps.
Nell’elenco figurano anche gli armatori Giuseppe Bottiglieri Shipping, con un debito di 120,3 milioni di euro, e Rizzo Bottiglieri e De Carlini Armatori, che volano a 225 milioni. Male anche il gruppo Riscossione Sicilia, che deve all’istituto di credito 237 milioni di euro, e lo sceicco saudita Hamed bin Al Ahmed, fermo a 26,6 milioni di euro, prestito richiesto per costruire il resort Hilton Capomulini.
Ma non è finita. Scorrendo la lista dei debitori di Mps compaiono i nomi più disparati, dallo sport al business aziendale. Tra essi figurano Maurizio Zamparini, proprietario del Palermo Calcio, la cooperativa reggiana Unieco e molti imprenditori, come i Merloni, i Fratini ed Emilio Gnutti.