Mentre continua ad alzare la posta, invocando la sostituzione di nomi di peso del governo giallorosso a partire dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, Matteo Renzi ha fissato per la prima volta un orizzonte temporale per i lavori in corso alla ricerca di una soluzione per la crisi. Il leader di Italia Viva, attraverso i propri canali social, ha infatti espresso l’augurio di avere un “nuovo esecutivo entro la settimana”, prospettiva che sarà però rispettabile soltanto se verranno sciolti tanti nodi, a partire proprio dalle personalità scelte.
Un percorso non facile, quello iniziato dalle forze politiche riunite al tavolo di lavoro sul programma. Con tanti punti da affrontare, a partire da lavoro, reddito di cittadinanza e riforme istituzionali. A pesare, però, sono sopratuttto i singoli. E in questo senso dal Pd non è arrivata ancora nessuna apertura a Renzi, anzi. Il segretario dem Nicola Zingaretti ha confermato come sia Giuseppe Conte che Roberto Gualtieri sono da considerare “intoccabili” e non discutibili nel corso delle trattative.
Un labirinto nel quale sta cercando di districarsi Roberto Fico, che il 2 febbraio dovrà tornare al Colle dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che gli ha conferito un mandato esplorativo, per riportare le proprie conclusioni. “Siamo fiduciosi che la disponibilità data da tutti sia una volontà sincera” è stato il messaggio indirizzato da Zingaretti alla stampa, che chiedeva di possibili trappole da parte di Renzi.
Dal Pd ai 5 Stelle a Leu, passando per i gruppi minori (Europeisti, Centro democratico, Autonomie) il fronte più forte è quello che invoca un nuovo patto di legislatura senza però mettere in discussione Conte. Renzi ha chiesto prima un accordo programmatico, per parlare soltanto successivamente di nomi. Una posizione che, secondo Bruno Tabacci, è un bluff: “
Il programma va definito con Conte quando verrà incaricato, non prima, non funziona così”.
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