Cristiano Murgia, 50 anni e fratello minore di Michela, gestisce il ristorante di famiglia a San Giovanni di Sinis. In due toccanti interviste al Corriere della Sera e a La Stampa, rivela dettagli commoventi sul funerale della sorella. “È stato una festa. Mi hanno colpito l’amore che ho sentito, l’ironia di Lella Costa e i carciofi in chiesa”. I carciofi sono un segno particolare per la famiglia, dato che la madre aveva espresso il desiderio di averli al suo funerale.
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Il trasferimento da Cabras a San Giovanni ha segnato profondamente l’infanzia di Cristiano. Racconta di come Michela, un anno più grande di lui, fosse già un leader nato. Organizzava avventure per Tharros, un sito archeologico, alimentando la loro curiosità e immaginazione.
Per Cristiano, Michela aveva un ruolo materno. Sorvegliava le sue relazioni e lui ammette di non aver mai pienamente apprezzato le sue realizzazioni letterarie, come quando vinse il premio Campiello. Tuttavia, il suo libro preferito rimane “Accabadora”, per la sua profondità e ricerca.
L’ultima volta che ha sentito sua sorella è stata il giorno della sua morte. “Ha chiamato lei alle 11.14”, rivela, sottolineando la serenità nella voce di Michela, nonostante il dolore.
Cristiano non conferma se scatterà l’ultimo desiderio di Michela di spargere le sue ceneri in Corea del Sud. Ma condivide un dolce ricordo di un regalo speciale: un biglietto per un concerto dei Dire Straits a Londra.
Infine, ricordando il funerale, Cristiano non ha potuto fare a meno di sorridere vedendo la corona sulla bara composta da mirto, rosmarino e carciofi, un chiaro segno dell’anticonformismo di Michela. Conclude con un aneddoto affettuoso su come Michela lo abbia “obbligato” a imparare a nuotare durante la loro infanzia, dimostrando ancora una volta il suo spirito guida.
Questo ritratto di Michela emerge attraverso gli occhi amorevoli di suo fratello, offrendo una visione intima e tenera di una donna straordinaria.