La morte di Shahida Raza, giocatrice pakistana di hockey e calciatrice a livello nazionale, tocca profondamente il mondo dello sport, in particolare quello del suo paese d’origine. La giovane atleta, divorziata e madre di una bambina, stava cercando nuove opportunità di vita in Europa e si trovava a bordo del barcone affondato al largo di Cutro, in provincia di Crotone, insieme ad altre 65 persone.
Shahida Raza aveva solo 27 anni e aveva già ottenuto importanti risultati nel mondo dello sport. Aveva giocato a hockey a livello internazionale per il Pakistan e a calcio a livello nazionale con la squadra del Balochistan United, la sua città natale. Tuttavia, la sua vita non era stata facile, come hanno raccontato fonti vicine alla sua famiglia ai media di Islamabad, la capitale del Pakistan. Dopo aver divorziato, era rimasta sola a crescere la figlia e stava cercando di costruirsi una nuova vita in Europa.
La notizia della sua scomparsa è stata ufficializzata dalla Federazione pakistana di hockey con un comunicato di cordoglio rivolto alla famiglia della giocatrice. Shahida Raza è stata ricordata come una talentuosa atleta e una persona molto amata, soprannominata affettuosamente “Chintu” dai suoi amici e colleghi.
Una della tante storie
La tragica morte di Shahida Raza è solo una delle tante storie di migranti che cercano di raggiungere l’Europa attraversando il Mediterraneo su barconi precari. Questo dramma mette in evidenza l’importanza di trovare soluzioni concrete per affrontare la crisi migratoria e garantire la sicurezza dei migranti che cercano di fuggire dalle difficili condizioni di vita nei loro paesi d’origine.
La Federazione pakistana di hockey ha invitato tutti gli appassionati di sport a pregare per la famiglia di Shahida Raza e per tutte le vittime della tragedia del barcone affondato al largo di Cutro. La sua morte è un grande dolore per il mondo dello sport e per il suo paese d’origine, che perde una giovane promessa del proprio atletismo.