Il Cts ha deciso e già nella serata di oggi, 21 giugno, intorno alle 18.30, dovrebbe arrivare l’ufficialità. C’è anche un data per liberare gli italiani dall’obbligo di indossare la mascherina all’aperto: si tratta del 28 giugno. Per quel giorno tutta l’Italia dovrebbe essere in zona bianca. Ma è oggi il giorno decisivo. In programma – come riporta Open – c’è una riunione del Cts che dovrà fornire un parere sui dispositivi di protezione individuale. Le date in ballo per l’addio alle mascherine sono il 28 giugno, giorno in cui anche la Valle d’Aosta approderà in zona bianca, e il 5 luglio. Si pensa anche di prevedere una data in base alla percentuale di popolazione vaccinata, tenendo conto delle somministrazioni della prima e della seconda dose. (Continua a leggere dopo la foto)
E questo perché la prima vaccinazione non mette al sicuro dalla diffusione della variante Delta. Di fronte al trend ormai costante del calo dei contagi ( nelle ultime 24 ore sono 881 i nuovi casi e 17 le vittime, con il tasso di positività stabile allo 0,59% e soltanto 12 ingressi in terapia intensiva (389 attualmente in tutta Italia) non si immaginano comunque altre date. “Mentre è certo che lo stop varrà soltanto nella situazione in cui ci si trova da soli o in compagnia a passeggiare all’aperto. Resterà comunque l’obbligo di portare la mascherina in tutti i luoghi chiusi (e quindi negozi, bar e ristoranti) o se ci si trova in un assembramento”. (Continua a leggere dopo la foto)
Per questo bisognerà comunque portarla sempre in tasca. Secondo Nino Cartabellotta, medico e presidente della fondazione Gimbe, “la mascherina all’aperto possiamo toglierla, soprattutto se siamo vaccinati”. Cartabellotta avverte però che “dobbiamo rimetterla se non possiamo restare distanti o se ci troviamo in situazioni in cui si urla o si canta. In questo caso il virus si diffonde più facilmente”. Attesa nel pomeriggio la decisione del Cts sull’abbandono delle mascherine all’aperto. (Continua a leggere dopo la foto)
“Il risultato di questa operazione è far ritenere che la mascherina non serva più ma non è vero che non serve più”. Così Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università Statale di Milano. “Dover discutere sulla mascherina mi fa veramente fatica che non sia strumentale a piccoli vantaggi di ordine politico. L’obbligatorietà o meno è un discorso assolutamente marginale. Quello che mi auguro che faccia il Cts, e di conseguenza il governo, è di continuare a proporre l’utilità di questo strumento nelle circostanze e nelle condizioni in cui ancora è necessario”, ha aggiunto.
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