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Cybersecurity, rischi e soluzioni nell'era dell'Industria 4.0

Il tema delle sicurezza sul web è fra i più dibattuti non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per gli utenti che si trovano in una sorta di limbo tra la curiosità di navigare sempre più liberi e quella di proteggersi da attacchi invasivi.

Nell’era della digital transformation anche l’evoluzione dell’industria 4.0 è un contesto specifico nel quale la cybersicurezza gioca un ruolo fondamentale.

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Cos’è la cybersicurezza

In  primo luogo definiamo cos’è: la cybersicurezza è l’insieme di tutte quelle tecnologie informatiche finalizzate alla protezione di un computer.

A cosa serve? A difendere le informazioni personali dell’utente da chi vorrebbe accedervi illegalmente o senza un’autorizzazione consapevole da parte della persona che ha creato il profilo.

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L’industria 4.0 e il rischio di attacchi informatici

Cos’è invece l’industria 4.0 e perché i due mondi sono interconnessi? L’industry 4.0 indica l’attuale tendenza dell’automazione industriale, ovvero quella di integrare le nuove tecnologie produttive al fine di rendere più efficienti e migliorando le condizioni di lavoro. In questo modo lo scopo sarà quello di  aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti già esistenti e di quelli in progettazione.

Il tema delle cybersicurezza collegato a quella dell’industria 4.0 è appunto quello della sicurezza dei dati: perdita, compromissione, rimaneggiamento, danneggiamento e furto di dati.

Quali sono i rischi ai quali andiamo incontro?

In primo luogo c’è quello che nell’ambiente viene definito warning. I rischi di tipo aziendale per quanto riguarda la sicurezza informatica sono diversi da quelli che possono manifestarsi per l’utente nella sfera privata.

Il warning è la possibilità che il “tutto” connesso aumenti a dismisura le possibilità di intrusione da parte di hacker. Il rischio è appunto quello della sottrazione di dati importanti come info dedicate, dati e know-how fondamentali per lo sviluppo dell’azienda.

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Poi c’è il rischio della sottovalutazione del rischio stesso. La perdita di dati, la copia e le relative manipolazioni possono causare gravi danni all’azienda in questione, che si traducono in progetti distrutti e migliaia di euro persi. In Italia, come nel resto del mondo, manca una vera e propria sensibilizzazione su questo tema, come se le conseguenze non fossero abbastanza serie.

Tra i numerosi rischi non c’è solo quello dell’infrazione e dell’acquisizione di dati fondamentali, bensì quello che gli hacker utilizzino i server aziendali come punti di snodo dai quali sferrare ulteriori ulteriori attacchi verso terzi. I danni sarebbero così irreparabili, non solo per l’azienda interessata, ma anche per le numerose aziende colpite successivamente, che si rifarebbero su quest’ultima a livello penale e legale, nonostante di fatto sia anch’essa vittima dell’attacco.

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Una soluzione al problema sarebbe innanzitutto quella di potenziare la sicurezza informatica attraverso programmi, software specializzati e tutto ciò che può “proteggere” il sistema dati. Andrebbe infatti potenziato l’intero ecosistema cyber nazionale, che dovrebbe di fatto aumentare il livello di awareness per tutte le imprese collegate, siano esse pubbliche o private.

Inoltre l’intera comunità digitale andrebbe sensibilizzata, con il fine di prevenire i rischi e gestire prontamente gli eventuali attacchi.

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