Arrivata per spazzare via la vecchia politica, quella corrotta e malata. E ritrovatasi a fare i conti con una lunga serie di guai giudiziari che stanno creando non pochi grattacapi a Matteo Salvini e alla sua Lega. A partire da quel Paolo Arata, ex consulente per l’Energia, arrestato con l’accusa di “intestazione fittizia, con l’aggravante di mafia, corruzione e autoriciclaggio”. Secondo le indagini, sarebbe il socio occulto del re dell’eolico Vito Nicastri, considerato tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro.
Arata aveva partecipato alla scrittura del programma della Lega in vista delle elezioni del 4 marzo ed era un collaboratore stretto di Salvini. Ma non è l’unico nome che fa tremare la galassi verde. Un altro, per esempio, è quello di Armando Siri, coinvolto in una tranche della medesima inchiesta che ha portato ora all’arresto di Arata, il quale avrebbe infatti pagato una mazzetta da 30mila euro al sottosegretario alle Infrastrutture leghista, che dopo le accuse di è dimesso.
Qualche settimana fa Il tribunale di Genova aveva invece condannato a tre anni e cinque mesi il viceministro leghista alle Infrastrutture Edoardo Rixi al termine del processo per le cosiddette ‘spese pazze’ in Regione Liguria negli anni dal 2010 al 2012. Negli ultimi giorni si è poi parlato molto di Christian Solinas, eletto in primavera governatore leghista della Sardegna e tuttora parlamentare del Carroccio. Una doppia carica che costituisce conflitto d’interesse secondo l’articolo 122 della Costituzione. Il diretto interessato va però avanti nel doppio incarico senza rinunciare tra l’altro ai compensi.
A maggio scorso è stato poi arrestato il sindaco leghista di Legnano, Gianbattista Fratus, che oggi si trova ai domiciliari con l’accusa di corruzione elettorale e nomine pilotate. Per far calmare le acque, durante la campagna elettorale per le europee, aveva annunciato le dimissioni. Mai avvenute. La lista non si ferma qui, con ad esempio il viceministro leghista all’Economia Massimo Garavaglia indagato per danno erariale. Un elenco lunghissimo del quale, però, Salvini continua a non rendere conto. Ma che inizia a stancare alcuni elettori.
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