Un’operazione che, per molti, ha già dato dei frutti miracolosi. Giuseppe Conte, l’uomo più fragile del governo gialloverde, il premier che sembrava dovesse soltanto assecondare i desideri di Salvini e Di Maio, oggi è un personaggio con un ruolo totalmente diverso, che vede crescere giorno dopo giorno il proprio consenso. Dal brindisi di fine anno al Quirinale con annessa conferenza al faccia a faccia con Dombrovskis passando per la sua presenza alla mensa della Caritas, il popolo del web parla già dell'”avvocato del popolo”.
Conte piace a sinistra e destra, dove è visto come elemento di mediazione tra Salvini e Di Maio, qualcuno capace di svolgere un ruolo chiave di mediazione all’interno di un’esecutivo che rischia, altrimenti, di schiantarsi, con il piede sempre premuto sul gas, soprattutto nello scontro con Bruxelles. Ma piace anche, e parecchio, ai militanti Cinque Stelle, convinti che il suo intervento sia necessario ogni volta che la Lega sembra talmente forte da schiacciare il Movimento.
Non è un caso che diversi sostenitori pentastellati, in numero crescente, inizino già a parlare di Conte come uomo di punta in caso di nuove elezioni, qualora il governo dovesse cadere prima della sua naturale scadenza. Nel frattempo, Conte ha visto aumentare in maniera vertiginosa la sua popolarità social, raddoppiando anche la produzione di post, prima molto più discreta, su Instagram.
Nel frattempo, Conte ha continuato a tessere fili anche molto delicati. Come quello del dialogo con il vasto mondo cattolico, difficile viste le posizioni su migranti, politiche fiscali e lotta alla povertà. Incontri con il cardinal Bassetti presidente della Cei, interviste per i cinquant’anni di Avvenire. Soprattutto un lungo colloquio con Famiglia Cristiana, il settimanale dei paolini che aveva dedicato la copertina “Vade Retro” a Salvini. E che invece per Conte ha titolato: “Italiani fidatevi di me”.
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