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Da Spotify ad Apple, le cause legali più tormentate avvengono nel settore Tech

Spesso i valori economici delle vertenze legali nel settore dei media e delle nuove tecnologie raggiungono cifre stellari, per la gioia degli studi legali che le gestiscono.

Le nove cause a cui sta andando incontro la Apple in questi giorni a causa dell’ammissione relativa alla voluta riduzione della velocità dei vecchi iPhone che, secondo quanto affermato dai vertici del colosso di Cupertino, è stata fatta per compensare la scarsa performance delle batterie hanno fatto notizia. Otto di queste sono state intentate negli Stati Uniti, e ovviamente l’accusa riguarda sia l’inganno dei consumatori che il sospetto che la sopra citata riduzione sia in realtà stata implementata per spingere i clienti ad acquistare le nuovi versioni dello smartphone. La nona azione legale è invece stata fatta in Israele, sempre con l’obiettivo di ottenere un lauto risarcimento danni e i rimborsi degli iPhone.

apple

Non è messa meglio Spotify. La nota azienda Svedese aveva già patteggiato una causa da 43 milioni di dollari con un gruppo di autori che l’avevano accusata di aver infranto dei copyrights. Adesso è la Wixen Music Publishing, azienda che gestisce copyright e royalty di cantanti come Tom Petty, i Doors, Neil Young e Missy Elliot a presentare un’accusa presso la corte Californiana.

Nel file ci sono oltre 10.000 brani e la Wixen chiede a Sportify la bellezza di 150.000 dollari cadauno per aver nuovamente infranti le leggi relative lo “US copyright act”.

Secondo questa legge, ci sono due copyright distinti per ogni canzone, uno per il sound ed uno per la composizione musicale. Secondo Wixen, Spotify ha tenuto un comportamento temerario riuscendo a ottenere i diritti dalle case discografiche ma senza assicurarsi i diritti sulle composizioni.

Dai tempi in cui fioccavano le cause legali  riguardanti l’hacking dei DVD musicali, fino a quelle lanciate dai Metallica a Napsters, in particolare dal batterista Lars Ulrich, che hanno poi portato alla fine dell’allora notorio sito di condivisione di brani musicali, la tecnologia nel settore della musica ha soprattutto portato benefici agli avvocati. Dato che dopo quell’episodio i Metallica dovettero subire pesanti attacchi da parte dei cittadini della rete.

E che dire di Uber? Dal 2009 c’è stata una sfilza incredibile di cause legali che ancora oggi continua inesorabile.

Prima sono stati gli autisti a lanciare vere e proprie class action fondate sul fatto che Uber definiva i drivers come lavoratori “a contratto”, sebbene in realtà fossero trattati come impiegati. Un’errata classificazione che ha portato squadriglie di autisti a rivendicare un salario minimo e dei rimborsi.

Anche i passeggeri si sono dati da fare. Alcune cause hanno riguardato l’accessibilità dei confronti degli animali. Poi è stata la volta di un certo Spencer Meyer, che aveva accusato Uber ed il suo CEO di collusione con gli autisti per creare dei cartelli.

Altre cause hanno riguardato la sicurezza, in particolare azioni legali provenienti da donne che avevano subito violenze sessuali da autisti Uber durante i tragitti. Addirittura l’azienda è andata incontro a sanguinose battaglie legali e multe contro diversi governi locali a causa della mancata ottemperanza con leggi di vario genere.

Ad esempio, sempre negli Stati Uniti vige l’obbligo dello screening dei potenziali autisti attraverso la scansione delle impronte digitali, alfine di prevenire la contrattualizzazione di pregiudicati. Al contrario Uber si è limitata ad effettuare le selezioni sulla base del nome e del codice di sicurezza sociale.

uber-3Facebook ha avuto i suoi bei problemi tra azioni legali associate alla gestione dei dati sensibili ed alla privacy, così come molti altri celeberrimi social network.

A volte, e nemmeno raramente, vengono lanciate accuse e intentate cause legali che sfiorano il ridicolo.  E’ il caso della signora Rosemberg che, dopo un incidente in una via trafficata di Park City, in Utah, ha iniziato un azione legale contro il guidatore dell’auto che l’ha investita e contro….Google Maps, colpevole di averla condotta in una zona pericolosa per i pedoni.

Per non parlare delle tante cause che Google ha dovuto sopportare per alcuni aggettivi poco carini che il suo Suggest ha pensato bene di mettere accanto al nome di una persona o di un azienda.

Eppoi che dire di azioni legali legate a fantomatiche malattie o allergie al Wi-Fi o ai processori Pentium della Intel?

In generale, le battaglie in aula a colpi di carta bollata sono un business multimiliardario che talvolta possono demolire aziende o ridurle sul lastrico ed il settore “tech” è particolarmente soggetto a diventare un terreno adatto a tali battaglie.

Solo le cause relative ai grandi player dell’industria tech vengono resi noti, ma purtroppo, nel caso di imprese più piccole, il comportamento temerario dei manager spesso porta a situazioni disastrose che possono diventare fatali.

Sarebbe molto più saggio contare fino a dieci!

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