Dopo una lunghissima attesa, il dado è stato tratto definitivamente. L’accordo tra Pd e Cinque Stelle si farà, con la benedizione degli iscritti alla piattaforma Rousseau che si sono schierati in massa a favore della nascita del governo giallorosso. Ora, quali passaggi attendono ancora i due partiti pronti a prendere in mano le redini del Paese? Innanzitutto, Conte a breve salirà al Colle per sciogliere la riserva e accettare l’incarico di premier.
Il presidente del Consiglio presenterà a Mattarella la lista dei ministri che comporranno il suo governo, poi ci sarà il giuramento. I
n un calendario così serrato, la fiducia al nuovo esecutivo in Parlamento dovrebbe arrivare entro la fine della settimana. “Non volevamo un governo a tutti i costi, ma ora i 20 punti del nostro programma sono entrati, siamo contenti del lavoro svolto per mettere una toppa a irresponsabilità non nostre” ha detto Di Maio in conferenza stampa, riferendosi ai punti presentati al Partito Democratico.
Non sarà facile per i due schieramenti districarsi tra i più diversi paletti. Fra i temi più divisivi, soprattutto in merito alla discontinuità richiesta da Nicola Zingaretti rispetto al governo gialloverde, c’è quello dell’immigrazione.
Si discute ancora anche sul fronte ministeri: dovrebbero entrare nella squadra dei ministri 11 nuovi nomi, tre dei quali appartenenti al Movimento 5 Stelle (Stefano Patuanelli, Nicola Morra e Vincenzo Spadafora). Per quanto riguarda gli incarichi ai due “capi delegazione” parrebbe essersi raggiunta un’intesa massima. Di Maio dovrebbe andare alla Farnesina, da ministro degli Esteri, mentre il dem Dario Franceschini dovrebbe avere la delega alla Difesa.
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