Aumentano le esportazioni dei prodotti agroalimentari made in Italy verso il Regno unito. Alla vigilia della Brexit con la conseguente futura introduzione dei dazi doganali sui prodotti importati, gli inglesi stanno correndo a fare scorte di prosecco e parmiggiano: secondo i dati emersi da un’analisi della Coldiretti, l’esportazione di cibo e bevande naziali è aumentato del 2%, mentre quella di prosecco in particolare, del 20%. Un’apparente buona notizia, in quanto l’attuale un boom delle esportazioni verso la Manica dal prossimo 29 marzo potrebbe subire un arresto non indifferente se il governo britannico non trova un accordo con l’UE. Un’enorme perdita perdita per il mercato italiano, specialmente se si tiene conto che sull’export del prosecco made in Italy, quello inglese è il secondo mercato dopo quello interno, l’Italia, e il primo per l’esportazioni con 120 milioni di bottiglie che attraversano la Manica ogni anno. E non è tutto, perchè la tendenza non riguarda solo il vino: dopo il prosecco, tra i prodotti preferiti dagli inglesi c’è l’ortofrutta fresca e trasformata, la pasta, l’olio d’oliva e i formaggi: assume un ruolo rilevante il flusso del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano, il cui valore si attesta intorno agli 85 milioni di euro per il solo anno 2018.
Quando la Brexit diventerà effettiva, bisognerà capire quali dazi verranno imposti alle merci importate e cosa comporterà la reintrosuzione della dogana. Intanto mercoledì scorso, il governo inglese ha definito il regime di prezzi che verrà applicato in caso di mancato accordo: tasse su carne di manzo, formaggi, tonno in scatola e abbigliamento.

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