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Dal Talebano a Machiavelli: tutti i “think tank” della Lega di Matteo Salvini

Cos’è la Lega oggi e chi c’è dietro al movimento di Matteo Salvini? Sono in molti a chiedersi quale sia oggi la vera anima di quello che fu il partito del Nord, della Padania e dei regionalismi esasperati e quali siano i “think tank” a cui Matteo Salvini si è appoggiato e continua ad appoggiarsi per modulare la linea politica del partito. La metamorfosi della Lega passa attraverso un universo di rapporti ben definito: da quelli interni a quelli internazionali, come quello con il partito di Vladimir Putin, Russia Unita. Tornando in Italia, il nuovo corso leghista ha preso forma non solo per iniziativa di Matteo Salvini. Un ruolo fondamentale è giocato dalle associazioni che ruotano attorno all’ex partito federalista che oggi ha sposato il sovranismo ed il nazionalismo xenofobo che tanto piace in Europa negli ultimi anni. Quasi tutte sono condotte da fedelissimi del segretario leghista e hanno al loro interno parlamentari, ministri e sottosegretari del governo Conte.

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La prima e più importante associazione per la Lega è senza dubbio A/Simmetrie. E’ stata fondata nel 2013 da Alberto Bagnai, economista, oggi presidente della Commissione finanze del Senato. Con lui, nel direttivo dell’associazione, c’è Marcello Foa, presidente della Rai in attesa di consacrazione definitiva da parte della Vigilanza Rai. Obiettivo di A/Simmetrie, come suggerisce il nome, è quello di studiare le asimmetrie economiche nello scenario europeo. L’associazione ha dedicato molto tempo allo studio della crisi dell’Eurozona su cui ha una posizione molto critica, in perfetto allineamento col programma elettorale della Lega. Nel comitato scientifico c’è anche un altro ministro, Paolo Savona, insieme a Luciano Barra Caracciolo e Claudio Borghi, deputato della Lega e presidente della commissione bilancio. Se la Lega fosse riuscita nel suo intento originale di far nominare Savona ministro dell’economia, A/simmetrie si sarebbe trovata in tre posizioni economiche chiave del nostro paese: il Mef, la commissione finanze del senato e quella bilancio della camera. Senza contare Foa, presidente Rai. Insomma, un’associazione che è praticamente un governo ombra.

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Poi c’è il Centro Studi Machiavelli. I fondatori sono Daniele Scalea, Dario Citati e Guglielmo Picchi. Quest’ultimo, oltre ad essere deputato della Lega, è Sottosegretario di Stato agli esteri nel governo Conte. Il nome dell’associazione lascerebbe intendere un sodalizio dedito agli studi politici. In realtà si tratta di un veicolo di promozione della “cultura” leghista-salviniana. Il Centro Studi Machiavelli promuove incontri e ricerche che spaziano dall’identità italiana e l’integrazione, alla sovranità, passando per la politica estera. “Più che per il suo pensiero, che ha dato origine a lunghe controversie, la scelta è ricaduta sul letterato fiorentino in quanto simbolo dell’uomo d’alta cultura che non si chiude nella proverbiale torre d’avorio, ma mette la sua competenza a disposizione della collettività, in ciò rappresentando un esempio reale di quel felice connubio di acume e spirito decisionale proprio di una italianità invidiata all’estero e più che mai da riscoprire in Patria” si legge nella presentazione dell’associazione. I suoi promotori si auto-definiscono un “think tank” con l’ambizione di “produrre idee e progetti che possano tramutarsi in realtà e azione”.

C’è quindi la Fondazione federalista per l’Europa dei popoli, nata dodici anni fa quando ancora Bossi credeva in una Lega europea. L’associazione è presieduta e guidata da Mario Borghezio, leghista della prima ora molto apprezzato anche dall’estrema destra di CasaPound. La pubblicazione “Idee – Per l’Europa dei popoli” è veicoli di articoli e approfondimenti che mirano a consolidare i rapporti con i movimenti nazionalisti di tutta Europa. Insomma, nel solco della linea politica tracciata da Salvini all’ultimo raduno di Pontida.

Poi c’è il Talebano. E’ il “think tank” che più ha influito sulla metamorfosi della Lega e sulla scalata al consenso di Matteo Salvini. Il suo fondatore è Vincenzo Sofo, 31enne di origini calabresi ma trapiantato a Milano e iscritto alla Lega. Sofo è anche il fidanzato di Marion Le Pen, la pronipote del fondatore del Front National, Jean-Marie Le Pen: una relazione che è sentimentale e politica allo stesso tempo. Sofo e i suoi hanno contribuito a costruire un buon bagaglio ideologico per la destra identitaria italiana. Non a caso tutte le idee di Matteo Salvini, tranne la Flat Tax, annunciate nel congresso della Lega del 2013 quando vinse su Umberto Bossi la corsa alla segreteria, sono state anticipate proprio dal pensatoio de il Talebano. Il 28 febbraio 2015, quando a Roma  Salvini lanciò la sua idea di nuova Lega nazionale, tra i partecipanti al convegno c’erano oltre a Sofo, l’attuale Ministro della famiglia Lorenzo Fontana, l’intellettuale di destra Pietrangelo Buttafuoco e alcuni esponenti del Front National.

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