La celebre lotta ai “fannulloni” è ormai acqua passata. Il nuovo Renato Brunetta sembra aver seppellito definitivamente l’ascia di guerra per firmare un Patto per potenziare la Pubblica amministrazione, anche in vista dell’opportunità offerta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza da 191,5 miliardi. Un accordo sul quale è arrivato l’ok di Mario Draghi: “Un evento di grande importanza, ma è il primo passo – ha sottolineato il premier – Molto, quasi tutto resta da fare. L’augurio è che sapremo tener fede alle promesse di questo piano. Nel corso delle consultazioni ho avuto modo di esprimere quanto io tenga a questo confronto e questo dialogo, questa è la prima occasione di incontro”.
“Questo Patto – ha spiegato dal canto suo Brunetta – inaugura una nuova stagione di relazioni sindacali e il negoziato che si apre per il rinnovo contrattuale avverrà in questo contesto. Venerdì convocherò tutte le confederazioni sindacali rappresentative del pubblico impiego con l’obiettivo di avviare il negoziato in tempi brevi. È per noi il migliore segno di ripartenza. Un buon contratto è un investimento nella fiducia reciproca, nella stabilità e nel carattere innovativo delle relazioni di lavoro”.
Tra gli elementi che caratterizzano il piano, come spiegato da Palazzo Chigi in una nota, c’è “la flessibilità organizzativa delle Pubbliche amministrazioni e l’incremento della loro rapidità di azione come obiettivi fondamentali di un processo di rinnovamento che le parti si impegnano a perseguire, con particolare riferimento a tre dimensioni: il lavoro, l’organizzazione e la tecnologia”. In particolare, “l’individuazione di una disciplina del lavoro agile (smart working) per via contrattuale è un elemento qualificante di questa strategia e va nella direzione auspicata dalle organizzazioni sindacali sin dall’inizio della crisi pandemica”.
Stando all’intesa sottoscritta, nei futuri contratti collettivi nazionali dovrà essere definita una disciplina normativa ed economica che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, che favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati, conciliando le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni. Saranno quindi disciplinati aspetti di tutela dei diritti sindacali, delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro quali il diritto alla disconnessione, le fasce di reperibilità, il diritto alla formazione specifica, la protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze.
Il governo emanerà all’Aran gli atti di indirizzo di propria competenza per il riavvio della stagione contrattuale. I rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021 interessano oltre 3 milioni di dipendenti pubblici e vedranno confluire l’elemento perequativo delle retribuzioni all’interno della retribuzione fondamentale. Sempre l’esecutivo, poi, individuerà le misure legislative utili a promuovere la contrattazione decentrata e a superare il sistema dei tetti ai trattamenti economici accessori. Brunetta nelle ore precedenti aveva ammesso gli errori passati, come il blocco del turnover e i tagli del governo Berlusconi, sostenendo che fossero “necessari a causa della crisi”.
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