Scoppia un’altra bomba nel Movimento 5 Stelle. L’europarlamentare Daniela Aiuto lascia Casaleggio&Co. e rivela aspetti inquietanti sulle dinamiche interne. Che ci sia del torbido nel Movimento, malgrado la propaganda della limpidezza e della trasparenza, è ormai sempre più chiaro. L’accusa di Daniela Aiuto è molto preoccupante. Una setta più che un Movimento. “Nel Movimento 5 Stelle gli eletti sono al servizio della comunicazione, e non il contrario. Comunicazione fatta di persone di solito provenienti dalla Casaleggio, o scelte lì. Queste persone sono diventate il gestore delle nostre esistenze.. Entrano nelle nostre vite perché possono decidere il successo o l’affossamento mediatico del singolo eletto”, ha raccontato.
Daniela Aiuto rivela come viene esercitato il controllo gestito da Casaleggio: “Le faccio un esempio minore: la Belotti chiese a tutti noi eletti di consegnare la password di accesso alle nostre pagine facebook. Lei voleva avere il potere di cancellare qualunque post ritenesse poco opportuno. Io ovviamente non gliela diedi, ma tanti altri si”.
Aiuto racconta anche come andò la vicenda dell’autosospensione. “Mi recai al cospetto di Davide Casaleggio. Gli spiegai che ero la vittima, e che ero pronta a produrre tutte le evidenze che lo dimostravano. Mi colpì la sua totale mancanza di empatia. Mi disse di autosospendermi perché lui doveva tutelare l’immagine del Movimento”. Da lì il rapporto con i vertici del Movimento 5 Stelle si è totalmente incrinato. E ora l’europarlamentare punta il dito contro la gestione della Casaleggio.
“Si è arrivati anche a dire a qualche mia collega come doveva truccarsi o vestirsi. E non si colgono più i contorni dei criteri di meritocrazia”. Poi ripercorre la vicenda che vide la Aiuto arrivare ad autosospendersi perché alcuni giornali raccontarono che aveva chiesto dei rimborsi al Parlamento europeo a seguito di una ricerca svolta e che era stata invece copiata da internet.
La Aiuto si difese sostenendo che era lei stessa parte lesa in quanto aveva incaricato e pagato una società di consulenza. Una storia che finì senza nulla di fatto e che la vide impossibilitata a dimostrare le sue ragioni. Alla domanda su chi fosse l’intermediario della Casaleggio in Europa, la deputata risponde: “Cristina Belotti, poi oggi al ministero con Luigi Di Maio. Io fino al febbraio 2017 avevo un ottimo rapporto con Luigi, a Roma è capitato anche di pranzare insieme, si parlava di quello che noi facevamo in Europa, cosa che giustamente lo interessava molto, ed eravamo diventati quasi amici”.
“Poi è sparito, non mi ha più risposto. Una cosa che umanamente mi dispiace. Io metto in discussione la subalternità di tutti alla comunicazione, cioè alla Casaleggio. Con me sono arrivati, per dire, a mettermi in
pausa, come dicono loro, per due settimane per una foto uscita in un quotidiano locale accanto ad una Miss regionale. Una volta che mi autosospesi, mi fu persino imposto di togliermi una maglia con il simbolo del mio gruppo locale durante la marcia di Perugia per il reddito di cittadinanza. I boicottaggi avvenivano per mezzo e bocca dei leader locali benvoluti dai vertici. Un sistema piramidale che vige a Roma e si ripete in tutte le regioni, col “capetto” e il “vicecapetto” di turno”.
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