La notizia è adesso ufficiale e nemmeno Daniela Santanchè potrà più negare l’evidenza. La ministra del Turismo è indagata a Milano per il reato di truffa ai danni dello Stato che avrebbe commesso la società Visibilia di cui è presidente. Alla Santanchè è infatti stata notificata via posta lo scorso lunedì 17 luglio la richiesta di proroga delle indagini da parte della Procura milanese. E allora Marco Travaglio, ospite a L’aria che tira su La7, si scatena.
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Daniela Santanchè indagata: l’affondo di Travaglio
“Da un punto di vista politico, per il governo Meloni ritengo indubitabilmente che il caso Santanchè sia molto più scivoloso della vicenda La Russa. Il caso Daniela Santanchè è gravissimo”, esordisce Travaglio commentando la notizia che la ministra è indagata ufficialmente. Poi analizza prima la vicenda che vede protagonista il figlio minore del presidente del Senato.
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“Le eventuali colpe dei figli non possono ricadere sui padri, anche se La Russa ha fatto malissimo a pronunciare una sentenza di assoluzione nei confronti del figlio. – evidenzia Travaglio – Già è una cosa impropria per un privato cittadino, figuriamoci per la seconda carica dello Stato, cioè il secondo politico più potente del Paese. Però aspettiamo di sapere la verità. Poi, secondo me, farebbero bene a spogliarsi di quella presunta immunità sulla sim in modo che nessuno possa pensare che la contenga cose che non stanno sul telefonino. Ma questo attiene alla grande abilità di questi esponenti della destra di farsi del male da soli”.
Il direttore del Fatto Quotidiano torna quindi sulla notizia di Daniela Santanchè indagata. “Rimuoviamo per un attimo l’indagine, della quale sappiamo poco perché le carte saranno completamente depositate alla ripresa autunnale dell’attività giudiziaria. – afferma Travaglio – Soffermiamoci invece sul fatto che la Santanchè ha documentalmente e ripetutamente mentito nella sua relazione al Senato qualche settimana fa. Negli altri Paesi chi mente in Parlamento se ne va. Ora c’è un nuovo fascicolo aperto in Procura sulla truffa aggravata ai danni dello Stato. Quello è un fatto documentato da una ex dipendente della Visibilia Editore, adesso testimone dell’accusa. E ha dimostrato che, mentre percepiva la cassa integrazione Covid, era in servizio. Sarà grave? Secondo me, sì, anche perché sono soldi pubblici”, conclude.
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