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Danimarca, legge choc: vuole “delocalizzare” i richiedenti asilo fuori dall’Ue

Legge choc in Danimarca. Uno schiaffo ai diritti umani e ai trattatini dell’Ue. E a proporla è un governo di centrosinistra guidato dalla prima donna premier della sua storia. La Danimarca vuole infatti diventare il primo paese dell’Ue a processare le richieste di asilo al di fuori dell’Europa. Che significa? Come spiega Open, “la legge permetterà di inviare i richiedenti asilo presenti sul suolo danese in un paese terzo – molto probabilmente in Africa – e da lì valutare le loro richieste. In questo modo, Copenhagen non dovrà prendersi cura dei richiedenti asilo durante il periodo di elaborazione della richiesta, e non dovrà più prendere in considerazione il fatto che durante il vaglio della domanda il richiedente si è ambientato nel paese”. (Continua a leggere dopo la foto)

L’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati ha denunciato la legge come una “spaventosa corsa al ribasso”, contraria ai principi della cooperazione internazionale in materia di asilo. Amnesty International ha avvertito che qualsiasi tentativo della Danimarca di inviare richiedenti asilo in un paese terzo sarebbe “non solo è irragionevole, ma potenzialmente illegale”. La Commissione europea ha espresso preoccupazione per il voto e le sue implicazioni, affermando che qualsiasi mossa per esternalizzare le richieste di asilo non è compatibile con le leggi dell’Ue. (Continua a leggere dopo la foto)

Come funziona la nuova legge? “Secondo il nuovo sistema – spiega Open – i richiedenti asilo che arrivano in Danimarca verranno trasportati (o deportati, secondo i più critici) in un paese terzo, dove resteranno per tutto il periodo in cui sarà esaminata la domanda. In caso di successo, il rifugiato sarà autorizzato a rimanere nel paese terzo o, in caso di rifiuto dello status di rifugiato, sarà espulso anche da lì. Detta più semplicemente, nelle intenzioni di Copenhagen nessun migrante avrà il diritto di restare in Danimarca”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il paese terzo a cui dovrebbe rivolgersi il governo danese sembra essere il Ruanda. “Ad aprile il ministro Tesfaye si è recato nel paese africano per firmare un memorandum d’intesa su asilo e migrazione. Il governo ruandese ha detto che l’accordo non include niente del genere, ma il Ruanda ha una tradizione nell’accoglienza dei rifugiati (attualmente ne ospita circa 130.000 provenienti dai paesi vicini) e nel 2018 aveva progettato insieme a Israele un meccanismo simile, poi fallito”. Saranno contenti Orban e Salvini che sicuramente proporranno subito questo modello anche in Ungheria e Italia, per soffiare sull’odio in vista della campagna elettorale.

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