Non è la prima volta che si parla dei benefici che la Casaleggio Associati sta ottenendo da questa tornata al governo. Nonostante la recessione tecnica bollinata due giorni fa dall’Istat (quarto trimestre consecutivo in negativo: -0,2%), il calo della produzione industriale e quindi della domanda interna e la diminuzione dei contratti a tempo indeterminato (cioè l’esatto opposto di quello che il Decreto dignità sperava di ottenere); nonostante tutto questo per qualcuno un piccolo boom c’ è stato. E non sono solo le decine di deputati grillini che con la loro elezione sono passati da reddito zero a un sontuoso reddito di cittadinanza da parlamentare…
Il boom si è avvertito soprattutto nella sede della Casaleggio Associati. Il cuore pulsante del Movimento che poi, in realtà, ne è anche la cassaforte. E, come rivelato nei giorni scorsi dalla Adnkronos, i rivoli di danaro che raggiungono la Casaleggio continuano a moltiplicarsi. Giorno dopo giorno.
Per esempio, Isabella Bruno Tolomei Frigerio, proprietaria di Condotte spa, il terzo colosso italiano per fatturato e giro d’affari che ha fatto crac qualche mese fa, ha voluto incontrare privatamente Davide nel 2017, a pochi mesi dal trionfo elettorale. Un appuntamento che L’Espresso ha scoperto leggendo l’agenda personale consegnata dai tre commissari ai pm della procura di Roma, che indagano sul fallimento dell’azienda. Nel novembre 2016 la Bruno – al tempo in grave difficoltà finanziaria – ha incontrato Arturo Artom, imprenditore vicino a Casaleggio in un evento pubblico.
Poi lo ha rivisto a cena insieme a un dirigente della Bnl il 2 maggio 2017. Due settimane dopo, il 17 maggio, la signora del calcestruzzo e riuscita a parlare anche con “il dott. Davide Casaleggio” nell’ufficio di Milano. Di cosa hanno discusso i due e impossibile saperlo: se Casalino, a cui è stato chiesto conto dell’incontro, non ha risposto, la Bruno attraverso i suoi legali ha tagliato corto, dicendo di non voler fare commenti, e di aver incontrato il leader grillino quell’unica volta…
Ma il biasimo peggiore rivolto a Casaleggio riguarda il suo conflitto di interessi. Leader politico, presidente di Rousseau, capo di una società di consulenza (la Casaleggio Associati srl), Davide è anche guida dell’Associazione Gianroberto Casaleggio, che organizza ogni anno un convegno a Ivrea, il Sum. Alcuni imprenditori hanno donato 5.000 euro per l’organizzazione dell’evento, e hanno ammesso come le dazioni di denaro siano state fatte, come ha detto uno di loro, “in totale trasparenza per perorare le mie cause e quelle della mia categoria”.
“Perorare”, traducendo, significa fare lobby. Parola poco amata nell’universo grillino, ma questo è. Davide, che cura gli affari insieme al suo socio più importante, Luca Eleuteri, sembra fregarsene delle critiche: se è noto che alcune ricerche elaborate dalla Casaleggio sulla Blockchain siano state finanziate (oltre che da colossi come Amazon, Mediaset e Unicredit) anche dalle Poste (per 30 mila euro), e se qualcuno ancora storce il naso quando ricorda il ristorante romano in cui Davide cenò insieme, tra gli altri, all’avvocato Luca Lanzalone, il facilitatore della giunta Raggi, in pochi sanno che anche potenti manager del settore italiano delle costruzioni hanno chiesto e ottenuto incontri con lui. Vedi Condotte, appunto.
Inoltre, appena insediatisi nelle stanze dei bottoni, i grillini hanno deciso di dare impulso alla tecnologia Blockchain. Colpisce la tempestività con la quale – nei primi e convulsi mesi di governo – si è deciso di puntare su una tecnologia importante ma non prioritaria. Nel comma 20 dell’articolo 19 della Finanziaria, viene istituito un fondo per lo sviluppo tecnologico (tra le quali ovviamente compiono la blockchain e gli studi sull’intelligenza artificiale) per il quale sono stati stanziati 45 milioni di euro per il triennio 2019-2021.
Colpisce che proprio nello scorso anno la Casaleggio Associati abbia dato alle stampe tre paper su queste tecnologie, peraltro sponsorizzati da partecipate statali. Quindi: mentre Casaleggio fa l’evangelista della blockchain, il governo gialloverde investe sulla stessa tecnologia. Ad essere grillini verrebbe quasi il dubbio che ci sia un conflitto di interessi. Ha ragione Di Maio, dunque: l’economia va molto bene, sì, ma solo dalle parti della Casaleggio.