Una mediazione difficile, delicata, fatta di continue limature e confronti non sempre pacifici. Lega e Cinque Stelle continuano trattative serrate, con l’emisfero verde della maggioranza che ha ceduto alle richieste degli alleati con una mezza retromarcia sul maxi-condono previsto inizialmente nella manovra. E che pretende, ora, altrettanta benevolenza dall’altra parte. Di Maio si trova così, incassata la piccola vittoria, a dove a sua volta chinare il capo alle pretese salviniane sul fronte del decreto sicurezza, vero e proprio fiore all’occhiello del leader del Carroccio. Trovandosi però a fare i conti con chi, all’interno del Movimento, di compromessi non ne vuole proprio sapere. In primis il senatore Gregorio De Falco, comandante della Marina militare, che gli italiani avevano conosciuto in occasione del naufragio della Costa Concordia per il suo vivace scontro con il comandante della nave Francesco
Schettino.
fondo i suggerimenti che, in tema di sicurezza, ci arrivano dal Presidente Mattarella. Il decreto sicurezza, senza i miei emendamenti, non lo voto”. Degli accordi tra Lega e Movimento, basati su reciproche concessioni, non vuole saperne. E si dice pronto ad andare fino in fondo, consapevole delle conseguenze: “Se questa storia dovesse assumere una certa piega, allora io prenderò le mie decisioni. Al di sotto di un certo livello, per etica, morale e senso dell’onore, io non scendo”.Nello specifico, gli emendamenti sui quali insiste De Falco sono il no alla stretta sui permessi umanitari, il no all’aumento dei tempi di permanenza nei centri per i rimpatri e il no all’ampliamento del ventaglio di reati che porta alla revoca dello status di “rifugiati”. Troppo, per poter pensare che la Lega si piega e acconsenta alle richieste di modifica del testo. I Cinque Stelle lo sanno e insistono affinché il senatore si convinca a cedere almeno su qualche punto. Lui insiste, fermo e determinato. Già in passato, d’altronde, era arrivato allo scontro con Salvini nei giorni caldi sul fronte immigrazione, dichiarando senza mezze misure: “Il naufrago ha diritto di essere salvato. Non conta la provenienza, non conta la sua etnia”.