Nella confusa galassia della sinistra contemporanea, quella alla ricerca di un’identità dopo la batosta delle elezioni del 4 marzo e ancora oggi frammentatissima, c’è una figura che si muove non troppo in punta di piedi. Si tratta del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che in un’intervista concessa a L’Espresso non ha nascosto di avere in testa l’idea di potersi candidare alle prossime elezioni europee con una lista propria, con un pensierino anche alle regionali in Campania del 2020.
“Io ho il mandato da sindaco fino al 2021, è molto difficile che possa candidarmi. Stiamo valutando la possibilità di fare una lista per le europee, in quel caso potrei candidarmi e poi lasciare il posto. Ma in questo momento è più no che sì”. De Magistris non si è però limitato a parlare di politica, specificando di essere “u
n marito felice, perché mia moglie non solo mi piace esteticamente, ma ho con lei un rapporto cementificato da valori forti”. Aggiungendo di essere molto fedele pur sapendo di “piacere alle donne, ma anche a persone del mio stesso sesso. Alla gente piace stare con me, parlare con me, è affascinata”.
“Bello? Non sono male”. Un sindaco sempre più star, che sa di essere amato e che non si risparmia qualche sogno a occhi aperti. Ammettendo di coltivare in segreto una speranza: quella di diventare nei prossimi anni “l’anti-Salvini”: “Mi piacerebbe, perché lui costruisce il suo consenso sul rancore e l’odio verso gli altri mentre bisogna lavorare sulla coesione, la solidarietà e l’amore, non l’odio”.
E se fosse premier, come sarebbe De Magistris? “Sarei come mi vedete, il contrario di questi qua. Le alternative più convincenti vengono dal basso: da chi amministra sui territori, da chi li difende con associazioni, comitati e reti civiche, persone che hanno dimostrato in modo credibile di non tradire i valori costituzionali. Mettendo insieme queste alternative dal basso si può governare”.
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