Nel marasma più totale di questi giorni, con Renzi che continua a rincorre ministeri e porre veti, con il centrodestra che si sfalda e con Fico che si barcamena per ritrovare il bandolo della matassa, gli italiani continua a non capire che cosa stia succedendo e di chi possono davvero fidarsi. Uno solo è il nome a cui tutti si stanno aggrappando, ed è quello del Cappo dello Stato Sergio Mattarella. Stiamo assistendo a una crisi di governo difficile da decifrare, a tratti quasi incomprensibile persino per gli addetti ai lavori, figuriamoci per i cittadini. Come spiega Giovanni Diamanti su Il Messaggero analizzando i dati di Demos, “la politica ha lasciato spazio sempre più a contese personali, e la tattica parlamentare ha da tempo scalzato la visione di futuro: non proprio lo scenario ideale per riallacciare i fili che legano l’opinione pubblica alla classe dirigente politica”.
La pandemia globale ha stimolando l’opinione pubblica a stringersi attorno alle istituzioni. “I numeri di fiducia sono cresciuti nel 2020, rimanendo tuttavia molto bassi: il rapporto ‘Gli Italiani e lo Stato’ di Demos mostra infatti una crescita dell’indice di fiducia verso il Presidente della Repubblica (dal 55 al 58%), verso lo Stato (dal 22 al 33%) e persino il parlamento (dal 15 al 23%). Tuttavia, non cresce il gradimento verso i partiti, che rimane stabile a un bassissimo 9%, a conferma del giudizio grave dei cittadini verso la politica italiana”.
Si legge: “I cittadini, quindi, hanno sostenuto le istituzioni come reazione alla peggiore crisi internazionale degli ultimi decenni, ma i dati eccetto quelli relativi al Presidente della Repubblica, riconosciuto trasversalmente come garante – rimangono negativi, a descrivere un clima di sfiducia solo in parte attenuato dalla pandemia. La disaffezione crescente nel Paese nei confronti della politica si può scorgere tra le righe anche osservando il trend dei dati di affluenza alle elezioni politiche: un trend di calo costante e severo, di quasi dodici punti in altrettanti anni, dall’84,2% del 2006 al 72,9 del 2018”, come rileva Demos.
Inoltre, per aggiungere dati allarmanti a una situazione non troppo positiva, i numeri dei sondaggi delle ultime settimane hanno evidenziato un’insoddisfazione pesante degli italiani a proposito di questa crisi di governo, della condotta dei principali leader e delle strategie che hanno messo in campo. “In primis, non è stata compresa l’operazione di Matteo Renzi, tuttavia, la gestione politica e strategica di questa fase portata avanti da Giuseppe Conte non ha riscosso maggiori consensi. Sotto accusa, in particolar modo, c’è il lavoro per la creazione di un gruppo di responsabili numericamente abbastanza solido da riuscire a ‘sostituire’ Italia Viva”, uno spettacolo poco edificante per i cittadini.
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