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Depressione incurabile: l’Olanda accorda l’eutanasia legale alla ventinovenne Zoraya

Una giovane donna olandese, Zoraya ter Beek, 29 anni, è morta per eutanasia. Fisicamente sana, non voleva più convivere con una forma molto grave di depressione e con l’ansia. Zoraya, che soffriva anche di traumi e disturbo borderline di personalità, ha deciso di voler morire dopo aver combattuto problemi di salute mentale per oltre un decennio, sostenendo che nessun trattamento l’aveva aiutata.

La morte per eutanasia legale

L’eutanasia è legale dal 2002, nei Paesi Bassi. Può essere accordata a coloro che sperimentano “sofferenze insopportabili senza alcuna prospettiva di miglioramento”. Nel 2022, 8.720 persone hanno scelto l’eutanasia, con un aumento del 14% rispetto all’anno precedente.

Zoraya ter Beek è morta alle 13:25 ora locale del 22 maggio, 20 giorni dopo il suo compleanno, con l’aiuto dell’Euthanasia Expertise Center. La notizia è stata condivisa in un post sul suo blog da un amico e anche sull’account X della giovane donna. Nella biografia dei social, ora si legge “Zoraya – Stato: defunta”. Un’immagine mostra la sua data di nascita, il 2 maggio 1995, e la data della sua morte. Nella foto è riportata anche la data del 2 maggio 2024 ma barrata, suggerendo che inizialmente avesse pianificato di morire il giorno del suo 29° compleanno.

Di norma, alle persone che muoiono per eutanasia viene somministrata una soluzione di barbiturici che ferma il cuore, anche se il metodo specifico utilizzato per la 29enne non è stato reso noto.

La scelta della morte assistita

Un necrologio pubblicato dal quotidiano olandese Algemeen Dagblad, riporta che Zoraya ter Beek è morta di «una morte dignitosa. Che desiderava da anni a causa di insopportabili sofferenze psicologiche». Al suo fianco nel salotto di casa, al momento della morte, c’erano il suo ragazzo e i suoi gatti, così come aveva espresso nelle sue volontà. Non sono stati forniti ulteriori dettagli.

La giovane donna aveva esternato il suo desiderio di morire già dallo scorso ottobre. Nonostante avesse una vita apparentemente soddisfacente con una casa, due gatti e un partner amorevole, per lei “questo ‘tutto’ non bastava per vivere”.

Le critiche alla decisione di Zoraya

La donna era diventata un simbolo per coloro che soffrono di malattie mentali incurabili e desiderano porre fine alle loro vite in modo dignitoso. Il suo caso ha attirato l’attenzione a livello mondiale. E scatenato un acceso dibattito sulla morte assistita.

Zoraya aveva risposto a molte critiche sulla sua scelta. Al Guardian aveva detto che è “offensivo pensare che chi è malato di mente non possa pensare lucidamente“. Ha difeso la legge olandese sull’eutanasia, vigente da oltre 20 anni, sostenendo che ci sono regole molto rigide e sicure.

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