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Dibba, inchiesta choc: azienda di famiglia nella bufera. Ritorno amaro, M5S in allerta

“Onestà, onestà, onestà!”. Ce li ricordiamo sì?! Il Movimento della morale… Dopo le inchieste su Di Maio e altri tanti scandali a 5Stelle, adesso arriva il colpo di grazia per i grillini. Il Che Di Battista è al centro di un vero e proprio scandalo, a pochi giorni dal suo rientro in Italia come salvatore della patria e del M5S. “Ebbene sì, la nostra azienda va avanti con enormi difficoltà. Mio padre, ad oltre 70 anni, lavora come un matto…”, ha appena scritto su Facebook Alessandro Di Battista, confermando dunque le “difficoltà” economiche rivelate ieri da un articolo de Il Giornale. La società di famiglia, la Di.Bi.Tec srl, ha sede a Fabrica di Roma (provincia di Viterbo).

La Di.Bi.Tec srl che “commercializza apparecchi sanitari a motore”, sarebbe oggi oberata di debiti verso le banche (151.578 euro), i fornitori (135.373 euro) e perfino i due dipendenti che risultano dall’esame della visura camerale (53.370 euro). “I due Di Battista non pagano debiti e lavoratori”, ha così titolato ieri in prima pagina Il Giornale.

Alessandro Di Battista c’entra con questa storia, anche perché è socio di maggioranza al 3o%. “Io non ce li ho più i dipendenti”, risponde papà Vittorio (al centro di altre polemiche per le sue esternazioni fasciste). “Siamo rimasti in tre, io, mia figlia Maria Teresa e la signora Carmela Traversari che in questo momento è in ufficio con me. Siamo tutti soci e lavoratori e da tempo abbiamo rinunciato all’emolumento. La nostra è solo una delle centinaia di migliaia di aziende italiane che non hanno favori…”. Va be’, ributtiamola sul complotto…

Alessandro Di Battista, invece, da oltreoceano replica con grande durezza: “Eccolo qua, puntualissimo, è arrivato l’attacco del Giornale di Sallusti/Berlusconi alla mia famiglia. Io sono così calmo e tranquillo ultimamente, ma se provocate mi tocca tornare ad Arcore sotto la villa del vostro padrone. Stavolta però per leggere dei pezzi della sentenza sulla trattativa Stato-Mafia…”. E ci riprova così, a sollevare polveroni per coprire le sue magagne.

E ancora: “Pensate di indebolirmi ma ottenete il contrario. Oggi Il Giornale scopre che la nostra piccola azienda di famiglia ha difficoltà. Chapeau! Gli consiglio di fare altre decine di migliaia di visure camerali ad altrettante Pmi per scoprire la situazione delle piccole imprese italiane. Il carico fiscale è enorme. L’azienda ha avuto difficoltà a pagare puntualmente i 3 dipendenti (tra cui mia sorella)”. Insomma, la Casaleggio stava probabilmente già predisponendo tutto per il grande ritorno, e invece…

Il conclave è già pronto, comunque: Dibba dovrà chiudersi da qualche parte con Gigino Di Maio. La località è ignota, ma è facile immaginare il livello brillante della conversazione, e la calda corrente di simpatia tra i due. L’operazione Dibba, che nelle loro speranze avrebbe dovuto dare nuovo smalto ai disastrati Cinque Stelle, è partita insomma col piede sbagliato. Ah, quanta onestà perduta!

 

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