Uno dei volti del crollo e della evidente crisi isterica del Movimento 5Stelle è certamente Alessandro Di Battista. Ieri è andata in onda l’ennesima puntata di una sua triste e imbarazzante sceneggiata. La sua presenza nel salotto del martedì di Giovanni Floris era molto attesa, soprattutto dopo la debacle in Abruzzo del Movimento 5 Stelle. Così, a muso duro, Alessandro Di Battista è entrato negli studi di La7 dopo l’intervento dell’ex presidente del Consiglio Enrico Letta.
Dopo aver negato che la crescita di un Paese si misuri in base al Pil – che misura il Prodotto Interno Lordo, al netto della redistribuzione della ricchezza, affermando che “ragionare solo in base al Pil non sempre funziona, ci sono altre statiche alternative a quelle della Commissione Ue che sostengono come l’80% della ricchezza è in mano all’1% della popolazione” – l’ex deputato M5S si è stizzito per i mancati applausi da parte del pubblico.
“Che fate questa sera? – domanda nervosamente Alessandro Di Battista rivolgendosi sarcasticamente al pubblico in studio -. Non ve le hanno date queste (facendo riferimento alle mani)?”. Stesse domande rivolta poi al conduttore Giovanni Floris che, da par suo, ha risposto: “Se vuole ne chiamiamo altri”. Insomma, il mood con cui è entrato in studio l’attivista del Movimento 5 Stelle non era dei migliori e si è visto fin dai primi istanti della sua intervista.
Poi si è parlato anche delle recenti regionali in Abruzzo: “È stata una sconfitta. Il Movimento 5 stelle non ha mai vinto in elezioni regionali – ha poi precisato Alessandro Di battista -. Si deve imparare sempre dagli sbagli, ma non abbiamo mai perso in questi sei anni, abbiamo sempre imparato. È un momento difficile questo, ma non drammatico”.
A #DiMartedi un #DiBattista totalmente in confusione si è girato verso il pubblico e si è lamentato per la mancanza di applausi.
Floris gli ha risposto:”Vuole che gliene chiamiamo qualcuno in più?”
Questi sono alla frutta.
Totalmente! pic.twitter.com/xmqj4DJzMd
— Pietro Raffa (@pietroraffa) 12 febbraio 2019
“Da militante e cittadino certo che guardo quel che succede ma quel che mi interessa è che ci sia il governo e vada avanti”. Anche il tema della Tav, come ovvio, è stato toccato. Tra le questioni in ballo anche le differenze tra Lega e Movimento 5 Stelle sulla fattibilità dell’opera dopo la pubblicazione dell’analisi costi-benefici commissionata dal Mit.
“Quella di Salvini è una posizione ideologica – ha detto Di Battista -. Sono sicuro che il presidente Conte sarà in grado di convincerlo e dare lo stop all’opera. L’ho provocato in campagna elettorale perché se torna con Berlusconi perde milioni di voti”. Insomma, tira un’ariaccia in casa 5Stelle. E se questa intervista doveva servire per risollevarsi e dare sicurezze, ha avuto l’effetto contrario. Chiedere gli applausi è cadere davvero in basso.
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