Alessandro Di Battista si schiera dalla parte di Paragone, appena espulso dal Movimento Cinque Stelle: “Gianluigi è infinitamente più grillino di tanti che si professano tali. Non c’è mai stata una volta che non fossi d’accordo con lui. Vi esorto a leggere quel che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell’ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%. Buon anno a tutti amici miei”.
Un messaggio arrivato via Facebook e al quale ha risposto dopo poco il diretto interessato, il senatore appena allontanato dal partito: “Ringrazio Alessandro Di Battista per le belle parole che usato per me in mia difesa. Ale rappresenta quell’idea di azione e di intransigenza che mi hanno portato a conoscere il Movimento: stop allo strapotere finanziario, stop con l’Europa di Bruxelles, stop con il sistema delle porte girevoli, lotta a difesa dei veri deboli, stop alle liberalizzazioni che accomunano Lega e Pd. Io quel programma lo difendo perché con quel programma sono stato eletto. Ale lo sa”.
L’espulsione è stata invece difesa dal parlamentare del M5s e sottosegretario al ministero dell’Interno Carlo Sibilia: “Chi ha votato contro la manovra 2020 – ha scritto Sibilia su Facebook – ha votato contro il Reddito di Cittadinanza, quota 100, lo stop all’aumento dell’Iva e i fondi ai Vigili del Fuoco. Paragone è stato espulso dal M5S proprio per aver votato contro queste misure. Cioè allo stesso modo dei tre senatori che sono passati dal M5S alla Lega. Un conto sono le critiche costruttive, altra cosa è voler sabotare”.
Altri esponenti grillini sono intervenuti nella polemica sollevata dall’espulsione di Paragone. Per la senatrice Barbara Lezzi “Paragone è e resta un mio collega. Non è una buona idea espellere gli anticorpi, caro Movimento 5 Stelle”. Poi l’affondo di Nicola Morra, senatore grillino e presidente della Commissione parlamentare antimafia. “Gianluigi certamente stiamo operando scelte non sempre lucide, non sempre felici. Certamente non siamo quelli del 4 marzo 2018, esattamente come non siamo più quelli del 4 ottobre 2009 o del 25 febbraio 2013. Ma se ci definisci il ‘nulla’, come si legge, perché rimanevi nel ‘nulla’ prima di essere espulso?”.
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