Luigi Di Maio vuole riprendersi la scena, ma soprattutto vuole riprendersi il Movimento 5 Stelle. La frattura tra l’ala di sinistra, sempre più vicina al premier e la PD, e l’ala di destra, che si riconosce in Di Maio, è ormai diventata palese, e i grillini devono fare una scelta. Ed è per questo che il ministro degli Esteri è tornato a muoversi sullo scacchiere. Con la fase emergenziale alle spalle, è il momento di mettere a segno qualche colpo di palazzo. E così Di Maio ha deciso di muovere un attacco direttamente al presidente del consiglio. E così Sibilla, sottosegretario all’Interno, è stato il primo all’interno della maggioranza a esprimere platealmente il suo dissenso contro l’accordo sul permesso agli immigrati che lavorano nei campi o nelle case degli italiani.
Come riporta Repubblica, oltre a lui c’è una intera truppa di parlamentari che, appoggiata dallo stesso capo politico Di Maio, è tornata nell’ultima assemblea congiunta a far sentite forte la propria voce. “È un movimento di destra che alza la testa dopo averlo fatto sul Mes per impedire al presidente del Consiglio Giuseppe Conte un’adesione sempre più evidente alle politiche del Pd. E per contrastare chi, come Alessandro Di Battista, potrebbe rubare quel campo da fuori”. Il reggente è stato sconfessato e scavalcato dal Ministro degli Esteri e da chi gli è rimasto fedele (come la viceministra dell’Economia Laura Castelli): “L’ex capo ha trovato una ragione per mandare a monte l’accorcio faticosamente trovato nella notte”.
Riporta ancora Repubblica: “Ha fatto partire la batteria di dichiarazioni contrarie a quanto era stato siglato dai suoi stessi fedelissimi: il ministro della Giustizia e capodelegazione Alfonso Bonafede e la ministri del lavoro Nunzia Catalfo. Si è ripreso la guida di tutto, ancora”. Nel mirino ora c’è Conte: “il signor Frattanto, lo chiamano alcuni parlamentari di spicco” vicini a Di Maio, facendo la parodia di un avverbio che il premier usa spesso e riferendosi ai tempi lunghi delle decisioni da prendere. “In questa galassia frammentata di correnti che nessuno riesce più a contare, Di Malo riprende terreno: mostrandosi responsabile con le diplomazie degli albi Paesi, ma accarezzando le istanze sovraniste di alcuni”.
Gli obiettivi possono essere due, entrambi alla portata vista l’afasia della parte opposta dei 5 stelle: “Un indebolimento del premier che rischia di superarlo in popolarità anche all’interno del Movimento. O un ritorno alla guida dei 5 stelle quando finalmente decideranno di scegliere il prossimo capo politico”. Davide Casaleggio, il figlio del fondatore, è in ritirata, abbandonato anche dai pochi che tra gli eletti ne riconoscevano il ruolo. L’ex capo politico, invece, avanza.
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