Luigi Di Maio non è più un parlamentare della Repubblica e tra poche ore non sarà più nemmeno ministro degli Esteri. Quando Mario Draghi passerà il testimone a Giorgia Meloni, Giggino tornerà ad essere un semplice cittadino dopo nove anni trascorsi tra Montecitorio e Palazzo Chigi. Dal giorno della batosta elettorale del 25 settembre, Di Maio è scomparso dai social network e ha chiuso anche il suo sito internet. Ma sono in molti a chiedersi che cosa farà ‘da grande’. E qualcuno prova a dare anche una risposta: potrebbe seguire le orme di Massimo D’Alema.
Sono proprio questi nove anni da parlamentare a permettergli ora di incassare un assegno di fine mandato da circa 100mila euro. Con quel gruzzoletto, ipotizzava Il Giornale qualche giorno fa, Luigi Di Maio potrebbe fondare una start up che si occupa di consulenza per le relazioni internazionali. Insomma, secondo il quotidiano berlusconiano, l’ex ministro degli Esteri si starebbe preparando a fare il lobbista al soldo delle nazioni straniere.
Il paragone che nasce spontaneo è quello con Massimo D’Alema. L’ex esponente del Pci prima e dei suoi eredi politici poi, è stato per diverse legislature in Parlamento, ricoprendo anche la carica di ministro degli Esteri. D’Alema è poi diventato mediatore e consulente di Paesi come Colombia e Cina. E ora le conoscenze accumulate in questi anni alla Farnesina dall’ex pentastellato potrebbero tornargli utili proprio per seguire le orme dell’ex premier.
Ma Il Giornale avanza anche un’altra ipotesi legata al futuro lavorativo di Luigi Di Maio. Il ministro uscente potrebbe essere assunto da Leonardo-Finmeccanica, azienda leader mondiale, tra le altre cose, nella produzione di armamenti. Una possibilità che al momento appare lontana, vista l’inopportunità istituzionale di trasferirsi dalla Farnesina a Leonardo. Comunque sia, nonostante tutte queste voci, del protagonista di questa vicenda per il momento si sono perse le tracce.
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