Duro scontro tra Luigi Di Maio e Matteo Renzi sul reddito di cittadinanza, argomento caro ai Cinque Stelle e che ha visto però l’ex premier andare all’attacco del Movimento in un’intervista rilasciata a Repubblica, dove ha spiegato tra l’altro che Italia Viva non avrebbe votato a favore della cabina di regia chiamata a gestire i 209 miliardi del Next Generation Eu destinati all’Italia. “La task force? Del merito non sappiamo niente. Sul metodo siamo contrari. Questo modo di fare non è solo sprezzante: è sbagliato. Noi siamo contrari a sovrastrutture di centinaia di consulenti che stanno al Recovery Fund come i navigator stanno al reddito di cittadinanza”.
“Il futuro dell’Italia dei prossimi vent’anni non lo scrivono Conte e Casalino nottetempo in uno stanzino di Palazzo Chigi – ha detto poi Renzi – Spero che il premier si fermi prima di mettere ai voti una scelta non condivisa”. Il paragone con il reddito di cittadinanza non è però piaciuto agli esponenti del Movimento Cinque Stelle, con di Maio che pur senza citare direttamente l’ex premier ha scelto di rispondere poco dopo.
“Surreale dover difendere ogni giorno il reddito di cittadinanza – ha scritto Di Maio su Facebook – Leggiamo e sentiamo quotidianamente critiche a questa misura, che oggi dà sostegno a oltre 3 milioni di persone in povertà. I giornali e non solo criticano il reddito dicendo che c’è bisogno di lavoro; grazie, lo sappiamo tutti che c’è bisogno di lavoro, sono decenni che c’è bisogno di lavoro, allora con questo discorso critichiamo pure le pensioni di invalidità, visto che alle persone invalide non va garantita solo una pensione ma anche l’assistenza dello Stato a 360 gradi. Che ragionamento illogico ed ipocrita”.
“Lo stesso vale per i furbetti, sembra che siano spuntati fuori con il reddito, mentre da sempre ci sono persone disoneste che abusano degli strumenti di sostegno offerti dallo Stato. E poi il tema dei controlli, come se spettasse al governo farli. Allora che facciamo, non si fa più nessuna legge perché tanto poi c’è chi non la rispetta? – ha osservato Di Maio – La politica non può voltare le spalle alle persone che soffrono: abbiamo il dovere di aiutare chi ha bisogno, ma ogni giorno ci ritroviamo a combattere anche contro chi denigra questa legge di civiltà. Siamo stanchi. Mi rivolgo a chi è in malafede, a chi pensa solo alla propria propaganda: volete attaccare qualcuno? Bene, attaccate pure me, ma lasciate in pace chi non riesce neanche ad arrivare alla fine del mese. Abbiate rispetto del dolore e mettetevi una mano sulla coscienza”.
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