Piccoli lampi di tregua in mezzo a un temporale fittissimo, con la pioggia a cadere battente sul governo gialloverde sempre meno coeso. Soltanto qualche giorno fa Luigi Di Maio invitava Matteo Salvini a calmare gli animi, mettendo da parte i rancori. “Smettiamola di litigare”diceva il vicepremier grillino dopo una giornata particolarmente calda per il governo. E invece, ancora una volta, Cinque Stelle e Lega si trovano ai ferri corti.
I due partiti all’esecutivo non sembrano davvero più capaci di ritrovarsi su un percorso comune. Tanto che Di Maio alla fine si è sfogato così: “
A volte dobbiamo subire l’atteggiamento della Lega che è insopportabile. Ogni volta che si deve approvare un provvedimento, in Parlamento o in Cdm, ci dobbiamo sedere a un tavolo io, Conte e quell’altro là” dice riferendosi al suo alleato di Governo, Salvini. L’audio, registrato durante un incontro a porte chiuse di Di Maio con gli attivisti grillini a Cosenza, è stato diffuso da LaCnews. Non si è fatta attendere la replica di Salvini: “Quell’altro? Mah… Posso non stare simpatico ma ho un nome, mi chiamo Matteo…” avrebbe detto il leader leghista, secondo una ricostruzione pubblicata su Open. “Quando ti siedi a quel tavolo non puoi pretendere, perché se lo fai anche l’altro pretende e non si porta a casa niente. Tu cerchi di ottenere il 100% ma sai che a quel tavolo devi ridurre al 70-80” ha spiegato Di Maio ai grillini.
A scatenare lo sfogo sempre la Tav, a cui il M5S continua ad opporsi, nonostante l’apertura per ragioni economiche del premier Giuseppe Conte. Una chiacchierata, quella di Di Maio con i militanti, a tutto tondo che tocca diversi punti caldi tra cui il caso Siri. “Noi siamo l’unica forza politica che è andata al governo per realizzare il programma elettorale. Ci è andata 33% quindi non può realizzare tutto ma sempre meglio che realizzare zero e avere al governo quelli che, per esempio, il mio ministero ha fermato e nessuno ha detto niente quando stavano con Siri provando sull’eolico a fare business con la mafia. E l’abbiamo fermato noi al Mise”.
“Arrivi al punto che ti chiedi ma questo 80 vale la pena approvarlo? Se siamo al punto negoziare nostri valori non va bene” ha proseguito Di Maio. “Il ‘partito unico’ non vede l’ora di far cadere il governo, perché a settembre si vota il taglio dei parlamentari”.
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