Gli strascichi del caso Siri, che non ha ancora una soluzione, e il tema delle province: questi i terreni di scontro all’interno del governo, ancora diviso e sempre più pericolante, almeno stando agli umori dei componenti. Nel corso della presentazione del programma del M5s per le europee, Luigi Di Maio ha attaccato frontalmente la Lega: “Le province sono uno spreco di soldi pubblici. Chi le rivuole si cerchi un altro alleato”. Un no secco e deciso all’idea che da tempo stuzzica Salvini.
E sul caso del sottosegretario leghista Siri indagato per corruzione, Di Maio ha insistito: “Sulla questione morale il Movimento non arretra: comunque si chiami il sottosegretario da noi le regole si rispettano, che tu sia del Movimento o del partito alleato. Questo deve essere chiaro”. Contro Salvini, impegnato nell’incontro con Orban, anche una frecciata per la scelta di posizionarsi nel gruppo dei sovranisti europei: “Non ha senso contrastare l’austerity, se poi ti allei con partiti di Paesi che ci fanno la guerra, come l’Ungheria di Orban”.Sul caso Siri e la questione morale è intervenuto anche il sottosegretario all’Interno del M5S Carlo Sibilia, ospite su Radio Capital di Circo Massimo: “Siri? Si deve dimettere – ha ribadito – Ma se sceglierà di non farlo non si arriverà alla crisi di governo”.
Sibilia ne ha fatto soprattutto una ragione di opportunità politica: “Siamo di fronte a una forza politica (la Lega, ndr) che decide di farsi del male da sola. Ma così si fa un danno anche al governo, che sta facendo un gran lavoro contro la criminalità organizzata e la mafia. Ma ogni ombra va allontanata”, ha spiegato l’esponente Cinque Stelle. Aggiungendo: “È diventato un logoramento senza senso. Siri si deve dimettere. Al suo posto se avessi delle indagini così pesanti addosso vorrei che il mio ministro dell’Interno fosse tranquillo e sereno di poter parlare di lotta alla mafia senza ombre”.
Da CasaPound a Forza Nuova: i rapporti tra Salvini e l’estrema destra