Luigi Di Maio, leader politico del M5s e ministro degli Esteri, è tornato a parlare della riunione in Senato di due giorni fa, quando i pentastellati si sono riuniti per avviare l’iter per l’elezione del nuovo capogruppo a Palazzo Madama, dopo che Stefano Patuanelli è stato nominato ministro allo Sviluppo economico. Lì si è palesata una spaccatura e qualcuno nel Movimento ha chiesto la sua testa: “C’è uno schema ben preciso, come Franceschini per il Pd io sono il capo delegazione al governo e penso che il ruolo possa essere solo di giovamento al mio Movimento”.
“So che ci sono persone che non sono d’accordo con la mia linea, ma non è una novità e comunque sono sicuro che non sia una questione di poltrone. Io ho preso l’80% del consenso per la mia riconferma e abbiamo anche la maggioranza in Consiglio dei ministri”, lo ha detto in un colloquio riportato dal Corriere della Sera, smentendo le indiscrezioni che parlavano di un documento contro di lui, firmato da 70 senatori.
Nel Movimento qualcuno vuole ridiscutere il ruolo del capo politico, modificando lo Statuto, e introducendo un comitato di ‘facilitatori’, che affianchino la figura del leader. “Per me non è in discussione la persona ma il ruolo del capo politico, che è privo di contrappesi. Ci vuole collegialità nelle decisioni”, ha affermato l’ex ministra della Salute Giulia Grillo, parlando della situazione interna al M5s in un’intervista al Fatto Quotidiano.
“Ho letto il documento con 70 firme. Fa una rivendicazione legittima, ci lavorano degli amici. Per questo voglio fare un appello alla deontologia di chi ha scritto che quei 70 erano contro di me, non è stato giusto”, ha ribadito Di Maio.
“Nel governo si lavora benissimo, con Zingaretti e Franceschini i rapporti sono ottimi e per quanto riguarda Renzi nessuno si immaginava che avrebbe fatto il senatore semplice che preme il pulsante del voto. Mi meraviglia chi si meraviglia, noi chiediamo solo lealtà e si spera che nessuno ci riporti indietro alle fibrillazioni di qualche mese fa”, ha detto poi parlando dell’alleanza di governo giallo-rossa.
Quando alle possibili fughe di pentastellati verso altri partiti, come quella che si è verificata ieri, con l’annuncio dell’ex pentastellata Silvia Vono, eletta con il Movimento 5 Stelle e passata a Italia Viva di Renzi, ha detto: “Ho detto a tutti di registrare le conversazioni se qualcuno viene a fare delle ‘avances'”.
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