Alla fine di un lungo tira e molla durato settimane Luigi Di Maio decide di rompere gli indugi e di lasciare il M5S. Il ministro degli Esteri fa il suo annuncio ufficiale durante una partecipatissima conferenza stampa. Con i suoi 60 parlamentari fedelissimi che lo applaudono. Un discorso deciso che taglia definitivamente i ponti con i pentastellati e che apre però nuove strade. Si parla già infatti di possibili contatti di Di Maio con esponenti politici come il sindaco di Milano Beppe Sala, il ministro leghista Giancarlo Giorgetti, Gianfranco Librandi, Federico Pizzarotti, Bruno Tabacci, Luigi Brugnaro. Lo scopo è quello di lanciare un nuovo progetto politico nei mesi di settembre-ottobre.
“Lasciamo il Movimento 5 Stelle che da domani non sarà più la prima forza politica del Parlamento”, dichiara Luigi Di Maio in conferenza stampa. Per lui si tratta di una “scelta sofferta ma che pone fine alle ambiguità”. Poi rassicura sul fatto che nel suo nuovo movimento politico “non ci sarà spazio per odio, populismi, sovranismi, personalismi, superficialità”. Insomma, l’ex pentastellato lancia quella che definisce una “operazione verità”.
L’ufficializzazione dello strappo con Conte arriva subito dopo il voto del Senato sulla risoluzione che rinnova il sostegno all’Ucraina. Una risoluzione che “rafforza il governo con un voto netto”, commenta Di Maio. Dopo un periodo di “ambiguità, turbolenze e attacchi che indebolivano l’immagine dell’Italia all’estero”. Insomma, secondo il ministro pensare di “picconare il governo per ragioni legate alla crisi di consenso, senza nemmeno riuscire a recuperare voti, irresponsabili”. Una chiara frecciata a Conte.
Durante il suo accorato discorso Di Maio promette che lui e i suoi sosterranno il governo Draghi “con lealtà e impegno”. E rassicura sul fatto che quello che sta nascendo non sarà un “partito personale” ma una “forza politica matura che deve sapere aprirsi al confronto e al dialogo. Da oggi inizia un nuovo percorso. Per fare progredire l’Italia da Nord a Sud abbiamo bisogno di aggregare i migliori talenti e le migliori capacità, perché uno non vale l’altro”, conclude.
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