Gli umori dei Cinque Stelle non sono certo dei migliori in questi giorni che preparano sfide cruciali, decisive per il futuro del Movimento. La manovra, innanzitutto, con il ministero dell’Economia a porre paletti in accordo con Bruxelles e i grillini a chiedere margini più ampi, così da poter portare a termine il programma promesso agli elettori. E il nemico-amico Salvini, al governo proprio insieme ai pentastellati e in costante ascesa nei sondaggi, ormai inarrestabile e tentato dal ritorno tra le braccia dell’amico Silvio Berlusconi. Di Maio, spiega il Corriere della Sera, ha però tranquillizzato i suoi, richiamando tutto all’unità di intenti e dicendosi convinto della fattibilità delle riforme: “Il segreto è nel fare deficit”.
Parole che in realtà hanno lasciato più di un dubbio tra gli stessi esponenti Cinque Stelle, alle prese in queste ore anche con le perplessità manifestate dai tecnici del Mef. E che però hanno trovato tutti d’accordo sul mantenimento della linea dura. “Nessun passo indietro”, in vista di una partita con il ministro Tria che continua a farsi giorno dopo giorno sempre più spigolosa. La vera sfida, però, resta quella a Salvini. Di Maio, confessano alcuni esponenti del Movimento, sta pensando a un tour nel nord dell’Italia in vista delle prossime elezioni regionali, un tentativo di recuperare terreno proprio in quei territori in cui la Lega sembra inarrestabile, per sottrarre preziose risorse agli alleati di una maggioranza che potrebbe altrimenti farsi sempre meno solida. Imprenditori e aziende sono l’obiettivo da raggiungere.
Una sfida che sarà poi replicata in Parlamento. I grillini sono pronti a fare le pulci a Salvini sul dl sicurezza/migranti, un testo dal quale molti esponenti del Movimento sembrano già intenzionati a prendere le distanze. Si attende la versione definitiva, prima di esprimersi, ma l’ala più ortodossa già scalpita. Sempre in tema manovra, Di Maio e i suoi vorrebbero intervenire andando a toccare una serie di privilegi che spaziano dai vitalizi ai parlamentari regionali fino alle spese militari. Da questo orecchio, però, la Lega non pare intenzionata a sentire. E si prepara allo scontro rinnovando l’intesa con Berlusconi, in vista di un eventuale strappo. Una guerra che si prospetta lunga e logorante, all’interno della maggioranza gialloverde, con esiti ancora tutti da scrivere.