Il tap no, e alla fine il tap sì. Il Terzo valico no, e alla fine il terzo valico sì. Il reddito di cittadinanza sì, e alla fine il reddito di cittadinanza (praticamente) no. Mai al governo con la Lega, e alla fine il governo con la Lega. Mai l’inciucio e alla fine l’inciucio con Salvini. E poi, e poi, e poi… L’elenco sarebbe lunghissimo, e la credibilità del Movimento 5 Stelle è ormai pari a quella degli oroscopi. Adesso, però, arriva la vera chicca: ricordate la guerra al referendum di Matteo Renzi? Bene, Di Maio se ne è uscito fuori ora con la proposta di una riforma costituzionale.
Renzi era al massimo del suo consenso quando decise di avviare le riforme costituzionali. Quelle che, per intenderci, servivano a tagliare poltrone e alla fine hanno fatto saltare solo le sue, quella di Palazzo Chigi e pure quella di segretario del Pd. Ora a cambiare la Carta sembra volerci provare Luigi Di Maio…
A Lanciano, in un comizio a sostegno di Sara Marcozzi, il vicepremier grillino ha lanciato la sua sfida: “Arriverà, arriverà qualche sorpresa l’anno prossimo – ha detto – pure noi faremo le riforme costituzionali. Una: taglieremo 345 parlamentari dal plenum della Camera e del Senato”. Si passerà da referendum come fece Renzi?. “Se lo vorranno, andremo anche al referendum”, ha detto.
“Voglio vedere quanti votano contro il taglio. Altro – ha aggiunto – che tutti quei giochi che hanno fatto in questi anni facendoci credere di stare riformando la Costituzione per il nostro bene e poi si stavano salvando le loro poltrone e istituiamo il referendum propositivo senza quorum”. Mah! Uno dei suoi classici deliri.
Nel dettaglio la riforma gialloverde (o solo grillina?) della Carta non è chiaro come sarà. Come del resto nulla è chiaro da quando questo governo si è insediato, perché un giorno dicono una cosa e il giorno dopo l’esatto contrario, tanto che di tutto quello che hanno fin qui proposto non c’è nulla di scritto che possa far capire qualcosa ai giornalisti e ai cittadini.
Per ora si tratta di annunci. E anche questa non è una novità. Il governo degli annunci e delle promesse irrealizzabili è campione in questo sport. “Togliamo – ha spiegato Di Maio – agli onorevoli il potere di gestire la nostra vita e dobbiamo pregarli pure per un’interrogazione”. Ora c’è solo da augurarsi che il governo cada il prima possibile. I vari Toninelli e Castelli è bene che stiano lontani dalla Costituzione.
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