Lega e 5Stelle tornano ad insultarsi, come ai be vecchi tempi, prima della messinscena con la quale stanno facendo sprofondare l’Italia da un po’ di mesi a questa parte. “La cosa più importante è rimuovere questo sottosegretario che getta ombre sul governo”, dice Di Maio. Dopo gli attacchi incrociati di ieri tra Salvini e il M5s, il vicepremier grillino parla di buon mattino al Gr1 e torna sul caso Siri, il sottosegretario leghista indagato per corruzione.
Il leader dei 5 stelle crede che non si andrà ad una conta con la Lega nel consiglio dei ministri in programma per mercoledì e circa l’ipotesi di rimpasti o crisi di governo dopo le europee dice: “Non abbiamo mai parlato né di rimpasti né di crisi di governo. Noi non abbiamo nessuna strategia verso Salvini. Semplicemente il tema Siri riguarda la corruzione e addirittura si parla di mafia. Su questa roba noi non possiamo transigere”.
Da parte sua Matteo Salvini di comizio in comizio non allenta il pressing sul M5s a cui dà una sorta di ultimatum: “Un conto è il confronto politico, un contro è il tiro al bersaglio. Tappatevi la bocca, mettetevi a lavorare e smettetela di insultare e minacciare il prossimo”, ha detto ieri durante un comizio a Roma.
“Sulla questione morale il Movimento 5 Stelle non fa passi indietro – si legge sul Blog delle Stelle – e alla Lega chiediamo di non cambiare sempre discorso, ma di tirare fuori le palle su Siri e farlo dimettere”. Luna di miele finita.
I toni sembrano inasprirsi giorno dopo giorno. I Cinque Stelle accusano Salvini di non essere coerente, tanto da ricordagli quanto disse in occasione dell’indagine a carico di un altro sottosegretario ai Trasporti, ma del governo Renzi, Simona Vicari. Quando lei lasciò l’incarico dopo una indagine per corruzione (proprio come Siri, che è sotto inchiesta per una vicenda legata all’eolico), il leghista disse che “le dimissioni del sottosegretario non mi soddisfano, non basta chiedere scusa e dimettersi”. Oggi, invece, difende il suo braccio destro.
Per questo, in un post sul ‘Blog delle Stelle’, senza molti fronzoli, viene chiesto al Carroccio di “tirar fuori le palle”. Espressione che non è piaciuta per niente a Salvini, molto irritato con i grillini: “Non voglio ascoltare più le critiche, le bugie e gli insulti di qualcuno che dovrebbe essere mio alleato”.
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