In giacca e cravatta, seduto alla scrivania, a leggere con voce emozionata una lettera in cui chiede scusa sia al figlio Luigi sia ai suoi operai per gli errori commessi. Così Antonio Di Maio ha provato a mettere la parola fine allo scandalo dei lavoratori impiegati in nero nell’azienda di famiglia, una vicenda che ha toccato molto da vicino anche il vicepremier costretto a difendersi e sottolineare la sua totale ignoranza in merito. Un video arrivato per fermare la valanga mediatica degli ultimi giorni ma che lascia in dono molti interrogativi.
Il figlio Luigi, intanto, ha promesso alle Iene nuovi documenti, che al momento non sono ancora arrivati. Per chiarire il suo ruolo ed eliminare le nubi che ancora oscurano la sua posizione, a partire da quel lavoro estivo prima dichiarato e poi minimizzato, passando per il suo ruolo nella logistica dell’impresa di casa Di Maio e arrivando fino alla mancata conoscenza del debito e dell’ipoteca.Attraverso i social, molti hanno chiesto che sia fatta chiarezza sul ruolo effettivamente esercitato all’interno dell’azienda da Luigi: l’accusa avanzata da più parti è che possa aver fatto da semplice prestanome per il padre, di fatto il vero titolare. Antonio, da par suo, ha continuato a difendere il figlio: “Non ha la minima colpa, non era a conoscenza di nulla”. Nella speranza che, come auspicato dal leader grillino, il caso sia ormai giunto alla sua conclusione: “Mio padre ci ha messo la faccia, ora possiamo finirla qui”.
“Solo una stalla”, diceva… Di Maio nei guai: spuntano le foto in piscina. Altra inchiesta