C’è stato un momento, a ridosso delle europee, in cui Luigi Di Maio aveva avuto il coraggio di sfidare Matteo Salvini. Mostrando i muscoli, cercando di ritagliarsi uno spazio lontano dalla Lega per attirare verso di sé un elettorato insensibile ai temi dell’immigrazione, della sicurezza, dell’antieuropeismo. Missione fallita: la batosta arrivata dall’ultima tornata elettorale ha spinto il vicepremier a tornare, e in gran fretta, tra le braccia di un ministro dell’Interno ormai onnipotente, allineandosi in toto.
Ecco spiegata l’ennesima trasformazione del Movimento, di nuovo su posizioni di sfida totale a Bruxelles. I Cinque Stelle non vogliono che l’Europa si trasformi nell’arma esclusiva di Salvini e cercano a loro volta di calcare l’onda. Da qui, la decisione di sposare la linea Salvini sul fronte minibot. Non solo: Di Maio è pronto a fare un passo indietro anche sul fronte Tav. La Torino-Lione si farà, anche se con un progetto rivisto.
E ancora: secondo quanto anticipato da Repubblica, a breve i Cinque Stelle lanceranno una campagna di controlli sulle attività commerciali di cinesi, pakistani, “bangla”. Ispezioni mirate nei negozi etnici che segneranno l’apertura di una fase inedita nella storia pentastellata, con delle conseguenze anche in Europa, dove sarebbe pronto l’accorto con l’uomo della Brexit, Nigel Farage.
Di Maio è convinto che non esistano alternative: o ci si muove nello stesso campo di Salvini, cercando di rosicchiare alla Lega una parte degli elettori che l’hanno trasformata nel primo partito d’Italia, o si muore. Rincorrere Salvini nella speranza di avvicinarlo un po’, dando per impossibile un sorpasso. A costo di scontrarsi con Roberto Fico e l’ala più oltranzista del Movimento. E con Giuseppe Conte, ormai sempre più lontano.
Il presidente del Consiglio vive ormai in sintonia con il Quirinale, vedendo allontanarsi sempre di più i Cinque Stelle da lui. La sua sfida a Salvini è diventata ormai questione personale, con il saldarsi del nuovo asse Lega-Movimento. Mentre il premier sale negli indici di gradimento degli italiani, Di Maio gli ha voltato le spalle, forse definitivamente.
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