La piccola Diana Pifferi, morta a 18 mesi per essere stata lasciata sola in casa dalla madre Alessia, è morta di sete e in bocca aveva frammenti di pannolino.
L’autopsia, i cui risultati sono finalmente stati resi pubblici, ha rivelato che nello stomaco della bambina non c’erano brandelli del cuscino nel lettino da campeggio in cui era stata lasciata con un piccolo biberon, ma pezzi del pannolino che si era strappato di dosso.
La madre si era allontanata dalla casa in zona Ponte Lambro a Milano per raggiungere il suo compagno per una settimana in un altro quartiere, fingendo che la figlia fosse al mare con i parenti.
Quel tragico 14 luglio 2022, la 38enne Alessia Pifferi le aveva cambiato proprio il pannolino, l’aveva adagiata sul lettino da campeggio, aveva chiuso tutte le finestre della casa e se n’era andata lasciando un biberon e una boccetta di benzodiazepine.
Il prossimo 30 gennaio 2023, quando Diana avrebbe compiuto due anni, le indagini si chiuderanno e saranno depositate le relazioni sull’incidente probatorio su richiesta della difesa.
Il Gip ha respinto gli accertamenti su due tazzine da caffè trovate in cucina, perché ritenuti inutili e dispersivi, mentre i difensori ritenevano che avrebbero potuto provare la presenza di altre persone in casa nelle ore precedenti la morte della neonata.
L’accusa è comunque intenzionata a proseguire nella sua richiesta di giudizio immediato per omicidio pluriaggravato che potrebbe portare Pifferi all’ergastolo.
La donna è in isolamento da subito e non ha mai cambiato la sua versione: “Contavo sulla possibilità di avere un futuro con il mio compagno e, infatti, era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire”. Fino a non preoccuparsi dell’eventuale morte di sua figlia.