Le novità per la dichiarazione precompilata 2023: meno obblighi e meno controlli. Sul sito dell’Agenzia delle entrate il modulo per la dichiarazione dei redditi 2023 sarà disponibile dal prossimo 2 maggio. Nel 730/2023 ci sono più dati precompilati, con la promessa di minori controlli e meno fastidi per chi decide di realizzare la richiesta senza l’aiuto di un Caf. Ecco tutte le novità di quest’anno.
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La dichiarazione precompilata dei redditi 2023 disponibile dal 2 maggio
Tra le novità per la dichiarazione precompilata 2023. Potranno completare il modulo sia i lavoratori dipendenti sia chi non ha un datore di lavoro. Chi è in regime forfettario o non ha spese da detrarre e possiede solo la prima casa, è esentato dalla compilazione, perché è sufficiente la Certificazione unica. Il modello consente di ottenere il rimborso delle eventuali eccedenze nel pagamento delle tasse direttamente in busta paga o nella pensione, a partire dal mese successivo a quello della presentazione del 730.
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Chi non è obbligato a inviare la precompilata 2023
Sono esenti dalla presentazione della dichiarazione precompilata i soggetti che hanno solo redditi da lavoro, o la pensione, derivanti da un solo soggetto; posseggono solo la prima casa; posseggono altri immobili non locati e sui quali pagano esclusivamente l’Imu.
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Chi deve presentare la precompilata 2023
Tutti i soggetti non inclusi nel precedente elenco, sono tenuti a presentare la dichiarazione. In particolare, sono obbligati a farlo coloro che posseggono immobili in affitto con cedolare secca, anche se non hanno altri redditi. Per quanto riguarda i coniugi, essi potranno inviare una dichiarazione congiunta: sia quando hanno entrambi redditi, ma uno dei due non ha solo un reddito, per esempio da locazione, sia quando uno dei due è a carico, cioè possiede redditi lordi inferiori a 2.840 euro. Anche se la dichiarazione è congiunta, comunque i redditi non si sommano e le tasse relative saranno calcolate separatamente. L’unica differenza è che il soggetto che invia la dichiarazione congiunta sarà registrato come dichiarante, pertanto otterrà gli accrediti o gli addebiti di entrambi. Potrà usare il precompilato anche chi non ha un sostituto d’imposta al momento della presentazione, ma in questo caso è obbligatorio farlo attraverso un Caf.
Perché ci saranno meno controlli nell’invio della precompilata 2023
Per quest’anno inviare la dichiarazione precompilata include il vantaggio di eliminare controlli fiscali, se non apporta modifiche. Significa che il contribuente accetta i conti già realizzati dall’Agenzia delle entrate. Anche la modifica di alcuni dati consente di non perdere questo vantaggio: basterà non modificare le voci che incidono sui calcoli del reddito complessivo o dell’imposta.
Sempre restanti queste condizioni, non ci sarà nessun controllo sui dati di spesa già comunicati su spese mediche, mutui, detrazioni per spese edilizie, erogazioni liberali ecc. Di conseguenza sarà meno importante conservare eventuali scontrini e pezze d’appoggio. In caso di modifiche o aggiunte si attiveranno le verifiche solo sui relativi documenti di spesa. Sarà necessario conservare solo gli scontrini per le spese effettuate fuori dal sistema sanitario, per esempio. L’unica possibilità di controllo che invece resta in piedi è quella sulla verifica degli effettivi requisiti per l’uso di una detrazione.
Gli obblighi derivanti dal Caf e i rimborsi oltre i 4 mila euro
I contribuenti manterranno il diritto a non subire controlli anche se presenteranno la precompilata tramite un Caf. A patto che anche in questa sede non ci siano modifiche alle voci già elencate. Diversamente, andranno presentati tutti i documenti necessari in caso di modifiche. Il discorso rimane lo stesso anche per le spese come quelle sanitarie.
L’Agenzia delle Entrate si riserva di controllare preventivamente le dichiarazioni che presentano una richiesta di rimborso che supera i 4 mila euro. I controlli potranno avvenire sia in modo automatico che tramite l’invio dei documenti necessari. Se l’importo del rimborso è confermato, le Entrate lo verseranno entro sei mesi dall’invio della dichiarazione.
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