Intimidazione choc nei confronti del procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, che si è visto recapitare un proiettile con minacce di morte per lui e per i suoi tre figli. Le indagini sul caso verranno coordinate dalla procura della Repubblica di Caltanissetta. Patronaggio era già stato bersaglio di minacce simili durante la scorsa estate, dopo le inchieste sul caso Diciotti che hanno riguardato da vicino anche alcuni esponenti del governo tra cui il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Da quanto emerge in queste ore, pare che le minacce rivolte al procuratore di Agrigento siano legate al tema dell’immigrazione. La busta è stata inviata tramite posta ordinaria. Patronaggio è stato vittima anche di altri episodi sospetti negli ultimi tempi. Pochi giorni fa sono infatti arrivate mail dal contenuto simile. E anche in quelle si faceva riferimento alle politiche di accoglienza.
Di recente, peraltro, la procura di Agrigento è stata al centro di una polemica e di uno scontro con il ministero dell’Interno per la gestione del caso Sea Watch. In particolare, il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella, in comune accordo con Patronaggio, aveva deciso di far evacuare la Sea Watch, che era stata posta sotto sequestro. Così facendo aveva di fatto permesso lo sbarco a Lampedusa dei 47 migranti che si trovavano a bordo.
Secondo quanto riporta l’Adnkronos i riferimenti al tema dell’immigrazione sarebbero espliciti nel contenuto della busta, al cui interno si trovava anche il proiettile indirizzato a Patronaggio. “Questo è un avvertimento, la prossima volta, se continuerai a fare sbarcare gli immigrati, passiamo ai fatti. Contro di te e ai tuoi tre figli” sarebbe il testo della missiva.
Sempre stando a quanto riferisce l’Adnkronos, la busta arrivata sulla scrivania del procuratore capo agrigentino conteneva un proiettile calibro 6,35, nascosto tra due bustine, forse di zucchero: così facendo è stato possibile passare i controlli del metal detector.
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