“I potenti al tempo di Giorgia” di Luigi Bisignani e Paolo Madron, edito da Chiarelettere, racconta il potere nel nuovo esecutivo. Si tratta di retroscena politici dai palazzi del potere che descrivono le nuove traiettorie decisionali dopo il 25 settembre. I “dietro le quinte” della politica, insomma, con un gusto sapido e divertente. Ma anche riflessioni sullo stato attuale di salute della politica italiana e un tentativo di previsione del futuro.
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Le novità più succose del libro “I potenti al tempo di Giorgia”, di Luigi Bisignani e Paolo Madron
Cosa nasconde il “dietro le quinte” del governo Meloni secondo il libro “I potenti al tempo di Giorgia” di Luigi Bisignani e Paolo Madron, edito da Chiarelettere? Specialisti di economia e di politica, Bisignani e Madron dialogano sui tenutari del potere ai tempi della prima presidente del Consiglio donna.
Il primo cambiamento evidente è nell’arredamento dei palazzi, con la “romanella” fatta passare per gli ambienti e le piante mangiafumo installate in modo copioso, vista la predilezione di Meloni per le sigarette. Si fa poi la conoscenza di “Wolf” e di “Spugna”, al secolo rispettivamente Patrizia Scurti, la super-segretaria di Meloni, e il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, coppia di veri problem solver.
E poi un altro duo, che rappresenta il volto umano e più moderato della presidenza Meloni: Alfredo Mantovano, talmente religioso da aver fatto benedire il suo ufficio prima di entrarvi, e Carlo Deodato, l’accomodatore. Entrambi passepartout per le relazioni in Vaticano. Qua e là sono nominati gli angeli di Giorgia Meloni: ne colleziona di tutti i tipi. Chissà, insinua Bisignani, se questo fatto non aiuti la presidente a elargire un ruolo sociale sempre più preponderante alla Chiesa di Bergoglio.
I retroscena sulle tensioni nella maggioranza e la trattativa con Silvio
I retroscena raccontanti da Bisignani e Madron certificano che il “sabotatore” delle prime settimane di governo era proprio Silvio Berlusconi. Via Ronzulli, Forza Italia si opponeva al posizionamento antiputiniano del governo in politica estera. Tutto sarebbe stato risolto dalla mossa di Giorgia di far telefonare il suo compagno, Andrea Giambruno, fedele uomo Mediaset, a Marina Berlusconi. Che insieme a Marta Fascina avrebbe lavorato a far scoppiare la pace tra i due leader.
A proposito della “quasi” moglie di Berlusconi, che proprio negli ultimi giorni di vita, Silvio chiamava moglie senza quasi, secondo Bisignani avrebbe ricevuto 50 milioni di dollari come risarcimento per le nozze mancate.
Una pace, quella tra Meloni e Berlusconi, che Giorgia avrebbe ripagato imponendo all’Avvocatura dello Stato il ritiro di Palazzo Chigi come parte civile nel processo Ruby ter, finito in gloria per tutti gli imputati. In cambio, sia Berlusconi che Mediaset smettono di bersagliare la presidente.
I nodi nel futuro immediato di Meloni
Il libro sembra ammiccare con simpatia alla potente “underdog”, esaltandone il mix tra coerenza e compromesso che le permette di governare. Con alcune note ineludibili, soprattutto alla luce della morte di Silvio, che non potrà evitare scossoni. Si scoprono dunque le scommesse sui primi “rimpasti” e sul nodo della presidenza di Fratelli d’Italia. Per i due analisti, è difficile che Meloni possa restare in sella a entrambi i bolidi. Benissimo, ma l’interrogativo che ci lasciano i due è il seguente: può delegare una donna che non si fida di nessuno come Giorgia? Aggiungiamo noi: soprattutto guardandosi intorno?
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