“In presenza di un aumento eventuale del prezzo del greggio e quindi del relativo incremento dell’Iva in un quadrimestre di riferimento, il maggiore introito incassato può essere utilizzato per finanziare riduzioni del prezzo finale alla pompa”. Il Governo Meloni fa, tanto per cambiare, marcia indietro e annuncia che rimetterà mano al decreto varato solo 48 ore fa.
“Nel programma FdI non c’è il taglio delle accise, abbiamo scritto sterilizzazione – spiega la premier, costretta dagli alleati a fare un’altra marcia indietro dopo i rave e i pos -: se il prezzo sale oltre una soglia, quello che lo Stato incassa in più di accise Iva verrà utilizzato per abbassare il prezzo. Ed è ciò che prevede il nostro decreto”. Un decreto nuova versione, però, non quello che la presidente del Consiglio ha illustrato due giorni fa.
Alla fine Meloni ha ceduto alle pressioni. Degli alleati, delle parti sociali – con lo scioero annunciato dei gestori delle pompe di benzina il 25 e 26 gennaio -, dell’opposizione. La marcia indietro, dunque, grazie alla legge 244 del 2007 già usata da Draghi, prevede sostanzialmente che l’extra-gettito Iva provocato dall’aumento del costo della benzina possa essere impiegato per contenere il prezzo del carburante, attraverso una riduzione delle accise. Non solo: Meloni proroga anche fino a marzo i buoni carburante e svela che “rimborseremo i pendolari della somma che spendono per gli abbonamenti”.
Insomma, una giravolta clamorosa in soli due giorni. Come accaduto per rave e pos. Già ieri nel pomeriggio il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti aveva dato i primi segnali di un cambio di rotta. “Il governo si riserva di adottare le misure di riduzione delle accise – ha detto nel question time -, in funzione di una norma che consentirà un’azione in questo senso in relazione all’incremento verificato dei prezzi dei carburanti”.
“Nascerà di sicuro un movimento tipo gilet gialli in Francia” annuncia intanto Giuseppe Conte, leader del M5S, ma è sotto il fuoco amico alleato che la Meloni è stata costretta a cedere sulle accise. “La benzina preoccupa tutti e colpisce anche le mamme che vanno a prendere i figli a scuola” attacca Silvio Berlusconi, ribattendo alla premier che aveva velatamente affermato che la benzina è roba per ricchi. Le leader di Fdi e presidente del Consiglio prova a richiamare all’ordine i “suoi” e a serrare le fila convocando per lunedì a Palazzo Chigi una riunione blindata con ministri, sottosegretari e capigruppo. Basterà?