Se ne fa un gran parlare, ma che cosa intendiamo esattamente per “digital trasformation”? E perché può esserci utile, o addirittura necessaria?
I più grandi manager del nostro tempo sostengono che stiamo attraversando una vera e propria rivoluzione cambriana: Internet, la sharing economy, la tecnologia come strumento abilitante e democraticizzante e quindi come leva del business. Le grandi aziende dei nostri tempi sono davvero nate in un garage o nella stanza da letto di un paio di universitari (Apple, AirBnb, Facebook, Instagram), per poi scalare a livello globale in tempi rapidissimi arrivando a quotazioni milionarie, e questo successo è indissolubilmente legato al ruolo che le tecnologie digitali hanno svolto o nella progettazione dei loro prodotti o nella modalità di erogazione dei servizi da loro offerti.
È indispensabile, pertanto, parlare non solo di trasformazione, ma di trasformazione digitale, se non altro perché, come risulta da una ricerca di Capgemini e del MIT di Boston, le aziende che hanno attivato una trasformazione digitale sono in media il 26% più redditizie delle altre e ottengono il 9% in più di ricavo dai propri asset (fonte Capgemini).
Proviamo a darne qualche definizione.
Che cos’è la digital trasformation?
Digital tranformation significa innovare le organizzazioni cogliendo le opportunità che la rivoluzione digitale in corso (della società, della conoscenza, dell’economia) offre. Per farlo è necessario generare una visione e costruire una progettazione che a partire dal digitale siano in grado di trasformare la realtà attuale in una realtà futura sostanzialmente diversa, migliore.
Non si tra
Sia per le organizzazioni private che pubbliche e, ancora di più, per quelle entità che rappresentano sistemi territoriali complessi, è il momento di interrogarsi su come è possibile reingegnerizzare la propria funzione alla luce dell’economia e della cultura attuale attraverso modalità partecipate e pratiche interdisciplinari. Sempre Capgemini ci dice che la cosa importante è il come: capire come utilizzare le nuove tecnologie a vantaggio del business.
Una questione di leadership
Da dove iniziare? Su quali funzioni o dipartimenti aziendali conviene intervenire per favorire e applicare una trasformazione digitale?
Diciamo innanzitutto che è una questione di leadership: agire sulla leadership capability, ovvero rendere consapevole il top management dell’esigenza di innovare e trasformare digitalmente l’azienda è il primo passo da fare. Il processo non può che essere top down, e non si può prescindere dalla formazione: in Italia sono ormai molte le società di consulenza che offrono servizi di questo tipo, percorsi compositi in cui la formazione non è tradizionalmente intesa ma è il primo step di un processo di trasformazione che al suo termine porterà l’azienda a produrre qualcosa di nuovo o a rinnovare sostanzialmente alcuni processi. Parte integrante di questi percorsi sono di solito eventi come gli hackathon o le service jam, week end di lavoro intensivo durante i quali i dipartimenti aziendali sono messi in condizione di generare idee innovative e lavorare secondo modalità non routinarie, generalmente con effetti piuttosto disruptive.
I 3 pilastri della digital transformation
Nella sua ricerca insieme al MIT Capgemini individua 3 aree principali sulle quali intervenire e che possono trarre enormi vantaggi dalle tecnologie digitali.
- Customer experience
Con gli strumenti digitali oggi disponibili l’esperienza dei clienti nella fruizione del nostro prodotto o servizio può cambiare sensibilmente, e altrettanto cambia la conoscenza che noi abbiamo della percezione lato cliente del nostro prodotto o servizio. Pensate ai risultati che restituisce un buon lavoro sui social network, a quali processi di vendita e di customer care si possono mettere in piedi grazie all’e-commerce. Impensabile non costruire un’esperienza utente che non sfrutti appieno le possibilità offerte dal digitale. - Processi operativi
La digitalizzazione dei processi interni può avvenire in mille modi. Infiniti strumenti sono oggi a disposizione delle aziende di ogni settore, ma ognuno di questi risponde ad un unico obiettivo: ottimizzare riducendo i costi di gestione e rendendo più efficiente il processo. Un altro aspetto rilevante e che le tecnologie abilitano è quello di rendere il lavoro indipendente dai limiti e dalla presenza fisica: lavorare ovunque, con team virtuali e strumenti adeguati. Infine, il concetto di trasparenza operativa: l’evidenza dei processi e dei dati che li riguardano aiuta a gestirli e a prendere decisioni sulla base di informazioni oggettive.
- Business model
Infine i modelli di business: come può la mia azienda aumentare la propria offerta commerciale attraverso il digitale? È possibile digitalizzare prodotti o servizi che oggi sono solo fisici? E questi nuovi prodotti o servizi digitali, come possono essere digitalmente proposti e venduti? Trovare una risposta a queste domande implica una ridefinizione dei confini aziendali e praticamente sempre una internazionalizzazione e globalizzazione del mercato target. Le scale up milionarie di oggi hanno progettato sin dall’inizio servizi pensati per il mercato globale, non locale, raggiungibile in un click grazie al digitale.