Dimissioni a Kiev: la guerra non dà tregua, novità dall’America e dall’Europa su nuove armi per sostenere la resistenza all’invasione russa non arrivano e allora si dimettono il vice ministro della Difesa e il numero due dell’ufficio di Zelensky.
DIMISSIONI A KIEV
Il vice ministro della Difesa Vyacheslav Shapovalov, il vice capo dell’ufficio presidenziale Kyrylo Tymoshenko e il vice procuratore generale Oleksiy Simonenko hanno lasciato i loro incarichi, come si legge in una nota del ministero della Difesa ucraino, “per non creare minacce alle Forze armate in seguito alle accuse sull’acquisto dei servizi di ristorazione”. Su Shapovalov pesano infatti sospetti e accuse di corruzione. Tymoshenko ha invece chiesto a Zelensky di rimuoverlo dall’incarico. “Ringrazio il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky per la fiducia e l’opportunità di compiere buone azioni ogni giorno e ogni minuto” ha scritto l’ormai ex vice capo dell’ufficio presidenziale su Telegram.
Il sospetto della corruzione però non deve fermare gli aiuti. “E’ ill 335esimo giorno, un giorno che passeremo allo stesso modo del 334esimo, unendo tutte le nostre forze per il bene di una cosa: per il bene della vittoria, per la vittoria dell’Ucraina” afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, cercando di dare una scossa a UE e USA affinchè velocizzino l’invio di armi per aiutare l’Ucraina a resistere.
ZELENSKY CHIEDE AIUTO
“L’Ucraina sta aspettando anche la consegna dei sistemi missilistici antiaerei Patriot, promessi dagli Usa e sta già esaminando la possibilità di ricevere i carri armati Abrams” ha detto Zelensky, dopo che Berlino aveva frenato sull’invio dei tank, sbloccato invece ieri dal consiglio di sicurezza della UE. Intanto nel suo paese i combattimenti sanguinosi continuano.