La Direttiva sulle Case Green approvata a Bruxelles e valida anche in Italia sta provocando una marea di polemiche. Secondo i critici, infatti, la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen vorrebbe condizionare il mercato immobiliare italiano. Il problema è che, tra qualche anno, le abitazioni e i condomini dell’Ue che non avranno effettuato tutti i lavori necessari per mettersi a norma, vedranno precipitare il loro valore di mercato. Intanto tutte le case stanno salendo di valore sul mercato. Sempre più difficile acquistarne una ad un prezzo ragionevole.
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Direttiva Case Green dell’Ue: è polemica
Come appena accennato, la Direttiva Case Green è stata emanata dalla Commissione Europea come parte di un piano europeo per l’abbattimento delle emissioni di CO2. L’obiettivo dell’Europa è quello di arrivare a emissioni zero entro il 2050. Ma prima di quel traguardo bisognerà superare una serie di passaggi intermedi come quello del 2030, anno entro cui tutti gli edifici nei Paesi membri dell’Ue dovranno risultare di classe energetica E.
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Per quanto riguarda l’Italia, invece, al momento circa il 30% del nostro patrimonio immobiliare non riesce ad ottenere l’iscrizione nella classe energetica E. Dunque la Direttiva Case Green ci costringerà a mettere mano ad una lunga serie di ristrutturazioni. Cosa non facile visto il momento di difficoltà economica che il nostro Paese sta affrontando. Secondo Unimpresa, inoltre, la nuova direttiva dell’Ue potrebbe incidere sul calo di valore delle abitazioni non ancora a norma.
Anche l’ABI (Associazione Banchieri Italiani) esprime forte preoccupazione sulla Direttiva Case Green. L’associazione premette che l’obiettivo ambientale che ci si è posti è “in astratto condivisibile”. Ma rimarca con forza il fatto che sarà molto difficile, se non impossibile, metterlo in atto entro i tempi stabiliti. Insomma, i milioni di privati che in Italia possiedono una o più case potrebbero non farcela ad affrontare le spese per le ristrutturazioni. Sono circa otto i milioni di abitazioni da mettere in regola nei prossimi 10 anni.
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