Un hotel di San Martino di Castrozza, in Trentino, è al centro di una polemica a causa di un disabile che avrebbe dato fastidio ad altri ospiti durante la cena. La famiglia del disabile, composta dalla madre, ex infermiera in pensione, e dal padre, ingegnere, avrebbe ricevuto la richiesta da parte della titolare della struttura, Isabella Doff, di cenare in una sala privata, separata dagli altri ospiti, in modo da non disturbare gli altri clienti. La richiesta non è piaciuta alla famiglia, che ha deciso di lasciare l’hotel e denunciare l’accaduto su Facebook.
La questione ha suscitato una forte indignazione e anche la ministra alla disabilità, Alessandra Locatelli, si è espressa sulla vicenda, definendola “inaccettabile e da cambiare”. In seguito alla polemica, l’hotel ha fornito la sua versione dei fatti, sottolineando che non c’era alcuna intenzione discriminatoria nella richiesta di far cenare la famiglia del disabile in una sala separata. La titolare della struttura ha spiegato che alcuni ospiti si erano lamentati delle urla del disabile durante la cena e che la sala privata era stata offerta come soluzione per garantire la massima discrezione e la possibilità di esprimersi liberamente al disabile.
L’hotel ha sottolineato che la richiesta è stata fraintesa e ha cercato di scusarsi con la famiglia del disabile, anche se per ora non ha ottenuto risultati nel tentativo di aprire un dialogo con le persone coinvolte. La struttura ha inoltre ringraziato gli ospiti, i colleghi e gli amici che li hanno sostenuti in questi momenti difficili e ha ribadito la sua volontà di garantire il benessere di tutti i suoi ospiti.
La vicenda evidenzia la delicatezza dei temi legati alla disabilità e la necessità di garantire un’adeguata formazione del personale alberghiero, in modo da evitare situazioni spiacevoli come quella accaduta in Trentino. L’ospitalità deve essere inclusiva e accogliente per tutti, indipendentemente dalle loro condizioni fisiche e mentali.