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Disastro Italia in Europa, l’esperto: “Ecco quanto abbiamo perso in 20 anni!”

Cosa sta succedendo all’Europa in questi anni? La risposta la dà Valerio Malvezzi che, su RadioRadio, analizza i numeri e spiega come le politiche europee siano state un disastro per il nostro Paese. “Tuttavia Francia, Germania e Spagna hanno raggiunto questo traguardo prima di noi. Questo ritardo ha portato a un aumento della differenza negativa del PIL Procapite italiano dal 4,4% al 9,8% nel 2023”. Il dato più interessante e drammatico? “Dal 2000 l’Italia ha perso il 20% della sua capacità produttiva industriale”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ecco cosa hanno prodotto, dunque, gli utimi 20 anni d’Europa. Spiega Malvezzi: “Abbiamo perso, invece che crescere, il 20% della nostra capacità produttiva industriale. L’Europa è stata un disastro per l’Italia. Il rapporto annuale dell’Istat solleva la domanda se l’Italia possa mantenere ritmi di crescita sostenuti per ridurre il cosiddetto debito pubblico che ha raggiunto i 2.894 miliardi di euro a marzo 2023. Il Ministro dell’economia onorevole Giorgetti propone una politica dell’offerta per stimolare la creazione di nuove imprese e favorire le aggregazioni”. La produttività è cresciuta solo dell’1,5% tra il 2000 e il 2023 rispetto ai 15 punti di Francia e oltre 20 punti di Spagna e Germania. “Insomma la frammentazione produttiva pesa con microimprese sotto i 10 dipendenti che hanno una incidenza maggiore in Italia rispetto ad altri paesi europei”. 

Per tirare le somme, rispetto al 2000 l’Italia ha perso il 20% della produzione industriale. “Ha accumulato un divario negativo del 20% di PIL rispetto a Francia e Germania”. Dai dati statistici, le piccole, medie e microimprese costituiscono la maggior parte del reddito italiano e la maggior parte dei posti di lavoro. Conclude Malvezzi: “Demonizzarle non serve nulla, ma neanche voglio sentire parlare di aiutarle. Ci aiutiamo da soli tranquillamente. Se volete informazioni ne trovate anche sul sito valeriomalvezzi.it. Noi continuiamo a fare reddito e a produrre”.

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