L’Italia è ancora in ritardo con i vaccini, ma ci sono alcune Regioni che sono davvero piantate. Su tutte la Lombardia, dove il caos regna sovrano. E mentre ieri la Gran Bretagna ha raggiunto la cifra record di 750mila vaccini al giorno, l’Italia arranca a meno di un terzo delle somministrazioni. “Entro fine mese finiremo le scorte”, dice Attilio Fontana nel tentativo di mettere una toppa al caos che ha investito la macchina delle prenotazioni in Lombardia. E così sul tavolo del premier Draghi sono stati squadernati i dati delle singole Regioni. In alcune le cose procedono speditamente, altre arrancano. E qui spicca la disparità tra le Regioni a trazione Lega e quelle amministrate da altri. (Continua a leggere dopo la foto)
Il governo intanto provvede a un ulteriore rafforzamento del ruolo dell’esercito sia nella logistica sia nella somministrazione, e task force mirate messe in campo dalla Protezione civile per rinforzare i territori in difficoltà. Come riporta HuffingtonPost, “a prendere i dati del governo aggiornati alle 15.31 di lunedì, le dosi rimaste in freezer sono quasi 1 su 5. La media nazionale delle somministrazioni è ferma all’82,4% rispetto al totale di quelle consegnate”. (Continua a leggere dopo la foto)
In tutto questo Matteo Salvini prova a schermare la Lega e plaude alla decisione di Fontana, che ha chiesto l’azzeramento dei vertici dell’azienda sanitaria regionale dopo il tilt delle prenotazioni andato in scena nell’ultimo fine settimana. “La percentuale di chi ha ricevuto una dose degli over 80 che hanno aderito, circa 600mila, supera di gran lunga il 50 per cento, in linea con ciò che accade nel resto del Paese”, si è difeso il presidente lombardo, sottolineando come lo scorso sabato “in tutta Italia sabato sono state inoculate 120mila dosi, di cui 30mila nella sola Lombardia”. (Continua a leggere dopo la foto)
Il dato di fatto è però che le Regioni che si collocano sotto la media nazionale sono tutte amministrate dalla Lega o da governatori vicini al Carroccio. “Fanalino di coda la Sardegna dell’indipendentista Michele Solinas, eletto grazie all’accordo con le camicie verdi, solo il 70,5% di dosi somministrate. Non va molto meglio nella Liguria di Giovanni Toti, ex forzista e considerato ‘amico’ dal quartier generale di via Bellerio. Le altre 5 in ritardo sono tutte amministrate da leghisti: la Calabria di Nino Spirlì (71,5%), la Lombardia (78,3%), il Veneto di Luca Zaia (80,1%), l’Umbria di Donatella Tesei (81,6%) e il Friuli Venezia Giulia di Massimiliano Fedriga, che più si avvicina al dato complessivo pur rimanendo sotto (82%)”.
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